E' un duello dialettico incrociato quello che, al momento, sta coinvolgendo ii politici della scena italiana ed il premier ungherese Viktor Orban. Quest'ultimo ha definito l'attuale governo italiano "anti-popolo" suscitando la reazione di stizzita di Luigi Di Maio che non ha gradito quelle che sarebbero state le ingerenze del magiaro. Sulla querelle è intervenuta anche Giorgia Meloni che ha preso le parti del politico ungherese, le cui idee politiche appaiono decisamente più vicine alle sue di quante non siano quelle grilline.
Orban parla di governo separato dal popolo
Viktor Orban ha rilasciato le dichiarazioni che hanno scatenato la reazione stizzita di Di Maio dal palco della manifestazione di Fratelli d'Italia Atreju. Il leader del partito populista ungherese Fidesz ha posto l'accento sul fatto che, allo stato attuale, l'Italia è governata da una realtà governativa che appare separata da quello che sarebbe il pensiero del popolo. E ciò ha lanciato un allarme che, a suo avviso, sarebbe rappresentato da una sinistra che starebbe riprendendo il potere dappertutto generando come conseguenze l'indiscriminato ingresso di migranti e un aumento delle tasse.
Meloni entra a gamba tesa nella discussione
Di Maio non ha gradito il discorso di Orban e lo ha invitato ad evitare "inutili ingerenze".
A ciò ha aggiunto la volontà di non permettere che qualcuno si affanni in giudizi o attacchi verso l'Italia. Riguardo al premier ungherese il capo politico del Movimento Cinque Stelle ha aggiunto: "Non conosce il popolo italiano, parli quindi del suo popolo, se vuole, non del nostro".
Giorgia Meloni non ha in alcun modo condiviso le parole del Ministro, sottolineando che, eventualmente, l'unica 'colpa' attribuibile ad Orban sarebbe quella di aver descritto in maniera attendibile quello che sarebbe lo scenario italiano dopo la costituzione dell'esecutivo giallorosso.
In riferimento alle parole contestate da Di Maio ha detto: "E' una fotografia del governo italiano. Se non fosse così ci deve spiegare perché non possiamo andare a votare. Non possiamo andare a votare perchè se noi votassimo Di Maio andrebbe a casa".
"Invece - ha incalzato - fa il Ministro degli Esteri perché c'è un governo che è distante anni luce dal popolo.
Non è questione di ingerire nella politica di qualcun altro".
Infine è arrivata la stoccata finale: "Se uno si vergogna di quella fotografia non dovrebbe esserne protagonista". Continua, perciò, a tenere banco almeno nel centro-destra l'idea che, sulla base dei sondaggi e delle ultime tornate elettorali, questo governo costituisca una 'forzatura parlamentare'.