L’Italia non è un Paese razzista, ma molti dei suoi abitanti sarebbero “vittime della propaganda xenofoba” dei politici sovranisti che utilizzerebbero la “stessa retorica” dei nazisti e dei fascisti degli anni ‘30 del secolo scorso. A sostenere questa tesi è la giornalista israeliana, ma anche con passaporto italiano, Rula Jebreal. Ospite nello studio di Che tempo che fa, il talk show domenicale di Rai Due condotto da Fabio Fazio, la Jebreal, come suo solito, non ha lesinato critiche feroci contro la parte Politica di cui si ritiene strenua avversaria: la destra, divenuta ‘sovranista’ negli ultimi anni.

In realtà, a dare il via allo sfogo antirazzista di Rula è stato proprio Fazio il quale, sornione come sempre, le ha posto la seguente, scottante domanda: “L’Italia è un paese razzista?”.

La domanda di Fabio Fazio a Rula Jebreal: ‘L’Italia è un Paese razzista?’

“Fatta a te secondo me questa domanda ha un significato: l’Italia è un Paese razzista?”. Così Fabio Fazio decide di iniziare l’ultima parte dell’intervista a Rula Jebreal, ospite nello studio di Che tempo che fa nella puntata andata in onda domenica 13 ottobre. “Nessuno nasce razzista intanto - prova a motivare la sua risposta la giornalista mediorientale prendendo alla larga l’argomento - bisogna imparare ad essere razzisti, bisogna imparare ad odiare”.

La sua convinzione, comunque, resta che in questo periodo della storia italiana i cittadini siano più vulnerabili di quelli di "tanti altri Paesi perché c’è un’immigrazione più recente. E anche per colpa dei fallimenti economici, come la crescita ferma a zero"

Jebreal: ‘Razzismo sarà anche contro handicappati e omosessuali’

Insomma, secondo Rula Jebreal, è innegabile che le motivazioni economiche, con le persone che fanno fatica a trovare un lavoro decente e ad arrivare alla fine del mese, abbiano un peso non trascurabile nel giudizio degli italiani sul ‘diverso’ e sulle conseguenti manifestazioni di razzismo e xenofobia.

Ma la crisi economica non basta a spiegare il fenomeno. “Purtroppo siamo ancora vittime di questa propaganda xenofoba di questi soggetti che ancora utilizzano la stessa retorica degli anni ‘20 e ‘30 del Novecento”, denuncia infatti la Jebreal a Che tempo che fa. La giornalista israeliana, naturalizzata italiana, ricorda l’episodio della ‘passeggiata’ del collega Gad Lerner sul pratone di Pontida, in occasione della Festa della Lega, sommerso da insulti ed epiteti irripetibili.

“Lerner è un cittadino italiano - si infervora - però il fatto che è di religione ebraica ti fa capire che la divisione non sarà solo contro l’immigrazione, ma sarà anche contro persone come te (rivolta a Fabio Fazio ndr) che criticano i sovranisti, persone come me che hanno un colore di pelle diverso, magari omosessuali, handicappati e altri. Secondo me - conclude la Jebreal col dente avvelenato - il ruolo dei giornalisti è quello di chiamare e denunciare questi politici per quello che sono”.