Dopo una trattativa infinita, il governo Conte Due ha approvato ieri, lunedì 30 settembre, la nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza), propedeutica all’approvazione della manovra economica. La notizia che tutti gli italiani si aspettavano è arrivata: l’iva non verrà aumentata nemmeno in maniera selettiva. “I 23 miliardi per evitare che salga l’iva ci sono”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ma il Premier ha dovuto sudare molto per portare a casa questo risultato, visto che l’ipotesi iniziale, sostenuta dal Pd, di raggranellare 5-6 miliardi da un lieve aumento di questa imposta, per finanziare il taglio delle tasse sul lavoro, era stata osteggiata senza sconti sia dal leader M5S Luigi Di Maio che da quello di Italia Viva Matteo Renzi.

Secondo i retroscena riportati da due testate autorevoli come Repubblica e Corriere della Sera, con il duo ribelle Renzi-Di Maio non se la sarebbe presa solo il capo delegazione dem al governo Dario Franceschini, ma lo stesso inquilino numero uno di Palazzo Chigi.

Il retroscena del Corriere della Sera sui ‘timori’ di Conte su Renzi e Di Maio

L’aumento dell’iva è stato dunque scongiurato anche per il 2020. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha confermato che i 23 miliardi necessari per disinnescare le relative clausole sono spuntati fuori. Ma le acque nella maggioranza ancora non si sarebbero calmate. A riportare un retroscena sulle presunte tensioni in atto nell’esecutivo giallo-rosso-viola è Alessandro Trocino sul Corriere della Sera.

Secondo il giornalista, infatti, un non meglio identificato “partecipante” agli incontri preliminari alla manovra economica di questi giorni avrebbe confidato che il governo è destinato a fare “poca strada” se Di Maio e Renzi continuano a mettere i bastoni tra le ruote a Conte. Il primo a prendersela con i capi di M5S e Italia Viva è stato il Ministro della Cultura in quota Pd Franceschini che li ha accusati di avere “smania quotidiana di visibilità”.

Almeno secondo il Corriere, infatti, anche Conte, parlando ai renziani ma riferendosi anche a Di Maio, avrebbe definito il suo governo “di svolta”, ammonendo però i suoi partecipanti a “non fare giochini” perché, ha aggiunto, “nessuno vuole aumentare l’iva” quindi sarebbe “inutile fare caos”.

Repubblica conferma le rivelazioni del Corriere sui leader di M5S e Italia Viva

Se il Corriere della Sera descrive un Giuseppe Conte infuriato non solo con Matteo Renzi, ma anche con il M5S per il modo in cui è stata condotta nella maggioranza la discussione sulla manovra economica, anche Repubblica propende per questa ricostruzione dei fatti. “La strana alleanza tra Di Maio e Renzi che stoppa il Pd sull’iva”, così infatti viene titolato un articolo firmato da Annalisa Cuzzocrea. La giornalista racconta di un concitato colloquio telefonico intercorso tra il Premier e il fondatore di Italia Viva sempre sul tema iva. Ma anche di un furioso litigio tra gli ex compagni di partito nel Pd, Dario Franceschini e Luigi Marattin, ora con Renzi. Destinatario occulto degli strali di Conte contro il rottamatore sarebbe sempre il leader M5S.