Un documento di identità da presentare obbligatoriamente per iscriversi ad un qualsiasi social network, che sia Facebook, Twitter, Instagram, o qualsiasi altra applicazione di messaggistica o di scambio di opinioni. Da quando Luigi Marattin, deputato ex Pd, ora con Italia Viva di Matteo Renzi, qualche giorno fa ha avanzato questa proposta, il suo cognome non è più uscito dai trending dei twittatori. Marattin era rimasto colpito dal servizio mandato in onda da Report lunedì 28 ottobre, in cui si puntava il dito contro Lega, Fratelli d’Italia e M5S che avrebbero acquistato migliaia di profili falsi allo scopo di poter amplificare la loro propaganda sui social.

Sconvolto dall’inchiesta, Marattin ha pensato bene di correre ai ripari proponendo una legge che introduca l’obbligatorietà della carta di identità per accedere ai social. Ovviamente gli hater si sono scatenati contro di lui, ma la brutta notizia per il renziano è arrivata quando qualche internauta ha ‘scoperto’ alcuni suoi vecchi messaggi, come quello indirizzato all’ex leader di Sel Nichi Vendola, invitato senza troppi complimenti ad “elargire il suo orifizio ana…”.

La proposta di Luigi Marattin: documento di identità obbligatorio per iscriversi ai social network

“Da oggi al lavoro per una legge che obblighi chiunque apra un profilo social a farlo con un valido documento d’identità. Poi prendi il nickname che vuoi (perché è giusto preservare quella scelta) ma il profilo lo apri solo così”.

Con questo tweet, pubblicato sul suo profilo martedì 29 ottobre, il fedelissimo di Matteo Renzi, Luigi Marattin, ha letteralmente fatto esplodere il web. Secondo il deputato passato dal Pd ad Italia Viva bisogna assolutamente correre ai ripari contro la pratica di avvalersi di profili fake, acquistati a pacchi sul web. Il riferimento di Marattin, come già accennato, è all’inchiesta di Report che punta il dito contro la propaganda fatta di insulti e attacchi messa in atto sui social da movimenti politici come Lega, Fd’I e M5S.

Anche se la accuse della trasmissione di Rai Tre non sono confermate, Marattin le ha prese come oro colato, prendendone spunto per proporre il documento di identità obbligatorio per iscriversi ai social network. Oltre alla pioggia di irripetibili improperi, il consigliere economico renziano ha anche dovuto subire le critiche di chi ha provato a spiegargli che sarebbe tecnicamente impossibile applicare una normativa del genere.

Le offese social di Marattin a Nichi Vendola

Ma la proposta avanzata da Luigi Marattin si è rivelata un boomerang per il suo stesso estensore. Dopo qualche giorno di ricerche, infatti, alcuni internauti sono riusciti a scovare dei vecchi messaggi, offensivi e volgari, postati sui social proprio da Marattin. A colpire di più è quello pubblicato su Facebook nel 2012 e indirizzato all’allora leader di Sel Nichi Vendola. Il fedelissimo di Matteo Renzi riportava le dichiarazioni di Vendola sul fatto che “Renzi perderà le primarie del Pd anche perché ha come modello Tony Blair, la figura più fallimentare della storia della sinistra europea, che ha sempre perso e fatto perdere”.

Un giudizio che aveva fatto salire il sangue al cervello a Marattin il quale, perdendo totalmente il controllo, aveva chiosato: “Nichi, per usare il tuo linguaggio, ma va a elargire prosaicamente il tuo orifizio anale in maniera totale e indiscriminata”. Una espressione di una volgarità inusitata che ora si rivolge contro il suo autore, fatto letteralmente a pezzi dai social. Tardive anche le sue giustificazioni: “Si è trattato di un equivoco molto sfortunato”.