Ormai è scontro aperto tra il governo italiano presieduto dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la multinazionale indiana ArcelorMittal. Gli indiani hanno confermato la volontà di recedere dal contratto firmato solo pochi mesi fa, abbandonando al suo destino l’acciaieria di Taranto. La risposta delle autorità italiane è stata decisa. I commissari straordinari dell’ex Ilva hanno depositato a Milano un ricorso d’urgenza in cui si chiede a Mittal di rispettare gli accordi presi e di non spegnere gli altoforni. Sempre nel capoluogo lombardo, la procura guidata da Francesco Greco ha aperto un’inchiesta, al momento senza indagati, affidata al procuratore aggiunto Maurizio Romanelli.

Mosse forse troppo tardive ed inutili, almeno a giudizio di Nicola Porro. Il giornalista si scaglia infatti contro l’esecutivo, reo di aver detto e fatto “tutto e il contrario di tutto” sulla vicenda Ilva. Ma se la prende anche con la procura milanese e con la sua inchiesta definita “incredibile”.

Nicola Porro e le contraddizioni del governo su Ilva

In apertura della sua quotidiana Zuppa di Porro del 16 novembre, Nicola Porro fa una breve rassegna stampa dei titoli dei giornali delle ultime ore dedicate alla vicenda Ilva. Ciò che ne viene fuori, a suo modo di vedere, sono in primo luogo le contraddizioni del governo Conte. Insomma, il Premier e i suoi Ministri vengono accusati di aver prima cercato in modo goffo di trattenere la multinazionale indiana in Italia e ora di minacciarla attraverso le inchieste giudiziarie.

“Un governo che oggi sta piagnucolando perché gli indiani restino in Italia, forse fino ad oggi avrebbe dovuto, non dico agevolarli - spiega Porro - come si fece in passato quando abbiamo dato alla Alcoa il prezzo dell’energia elettrica scontata, non dico di nazionalizzare, cioè dare soldi nostri, dei contribuenti a manager che gestirono inquinando come avvenne nel passato.

Quello che sto cercando di dire è almeno di non mettere il c… davanti ai calci, come abbiamo fatto togliendo lo scudo penale, rivendicandolo da parte di Barbara Lezzi e di una grande parte del M5S”.

L’affondo contro la procura di Milano: ‘Inchiesta su ArcelorMittal incredibile’

“Sta succedendo che noi oggi piagnucoliamo - prosegue Porro nella sua Zuppa - facciamo causa e vogliamo mettere in galera i vertici della Mittal, dopo che fino all’altro giorno invece gli abbiamo fatto un mazzo così dicendogli quello che dovevano fare.

Questo è un Paese dove non c’è un partito del Pil”. Il riferimento del conduttore di Quarta Repubblica è all’inchiesta aperta dalla procura di Milano. “Avete capito cosa vuol dire - si chiede retoricamente rivolgendosi ai suoi fan - stare in un Paese dove, se cancelli il tuo contratto (riferito ad ArcelorMittal ndr), viene aperto un fascicolo dalla più importante procura italiana, quella di Milano, dai sostituti procuratori di Francesco Greco, il più serio dei procuratori italiani, per un’ipotesi di reato nei confronti di sconosciuti e senza che si abbia nessuna notizia di reato? Incredibile”.