Matteo Salvini protagonista di Non è l’Arena domenica 10 novembre. Il leader della Lega, collegato in diretta video con lo studio di Massimo Giletti, ha toccato diversi temi dell’attualità Politica. Al centro del botta e risposta con il conduttore c’è stato ovviamente il caso ex Ilva, dopo la decisione della multinazionale indiana ArcelorMittal di abbandonare al suo destino gli stabilimenti di Taranto e Genova. La verve polemica di Salvini si è concentrata tutta contro il governo Conte II, e in particolare contro gli ex alleati del M5S, accusati di far scappare le imprese dall’Italia con il loro atteggiamento di chiusura nei confronti della concessione del cosiddetto ‘scudo giudiziario’ ad ArcelorMittal.
Preso dalla foga, il capitano leghista non si è forse reso conto di aver alluso chiaramente al fatto che qualcuno, all’interno dell’esecutivo, sia interessato a sostituire gli indiani con imprese cinesi o tedesche. Ma, di fronte alla richiesta di chiarimenti di Giletti, ha fatto una immediata marcia indietro negando ogni riferimento a fatti reali.
Non è l’Arena, Matteo Salvini sul caso ArcelorMittal: ‘Di Maio e Conte confusi’
“Hanno cambiato le carte in tavola rispetto a quello che avevano promesso - questa l’accusa mossa da Matteo Salvini al governo Conte durante Non è l’Arena - non è serio questo atteggiamento, al di là di Ilva che è fondamentale, è una dimostrazione di scarsa serietà. Mettiti nei panni di qualunque altro imprenditore dall’altra parte del mondo - prosegue rivolto a Giletti - che deve decidere se investire in Italia o meno, dice ‘ma chi me lo fa fare: la giustizia non funziona e il governo firma un contratto nel 2018, cambia il governo e mi cambiano il contratto nel 2019’.
Noi dobbiamo essere amici degli imprenditori, soprattutto quelli italiani, non dobbiamo farli scappare - si infervora il leader della Lega - Di Maio poverino è un po’ confuso, come Conte. Si vede che è colpa del fuso orario per i numerosi viaggi all’estero. Va da Pechino a Washington mentre le aziende italiane chiudono. Sarebbe opportuno che rimanesse un po’ più spesso in Italia.
Parla di quello che non sa, perché quei titoli la Lega non ce li ha più da quasi cinque anni (allude ai 300mila euro che sarebbero stati investiti in obbligazioni ArcelorMittal ndr), quindi non c’entra niente con quello che sta succedendo”.
La rivelazione sulle imprese cinesi o tedesche pronte a subentrare poi ritrattata di fronte a Giletti
“Io non vorrei che nella visione del M5S - continua nel suo attacco agli ex alleati di governo Matteo Salvini - ci sia un’Italia che tra 20 anni campa di elemosina e di reddito di cittadinanza. Non è quello che vogliono gli italiani, né a Taranto né a Genova. Quindi tornassero indietro e restituissero le garanzie alle imprese. A meno che - ecco l’allusione che nessuno si aspetta - qualcuno non stia facendo un favore a qualcun altro. A meno che non ci sia già qualche impresa cinese o tedesca pronta a subentrare al posto di questa multinazionale indiana ArcelorMittal. Quindi - conclude - facessero quello che volessero, ma in fretta, L’unica cosa che ormai dopo due mesi non possono fare, perché sta stufando, è dire che qualunque cosa accada è colpa di Salvini.
Ma Massimo Giletti, dopo un attimo di perplessità, fiuta la notizia e lo incalza chiedendogli chiarimenti sul fatto se sappia qualcosa su eventuali contatti tra imprese straniere e membri del nostro esecutivo. Ma Salvini glissa abilmente passando oltre.