La manovra finanziaria a partire dall'1 gennaio 2020 darà la possibilità a sindaci e comuni di provvedere alla riscossione forzata di tributi locali non corrisposti. Semplificando il discorso si potrà dire che saranno direttamente gli enti locali a poter agire con la stessa autorità dell'Agenzia delle Entrate a provvedere a riscuotere le cifre che gli spettano, ad esempio su Imu e Tasi, attraverso il pignoramento dei conti correnti, di una parte dello stipendio o provvedendo al fermo dell'automobile.

Una novità contenuta all'interno della nuova legge di Bilancio varata dal governo formato da Movimento Cinque Stelle e Pd, e che vale la critica dura di Gianluigi Paragone. Il senatore grillino, in una diretta apparsa sulla sua pagina Facebook, ha criticato duramente il suo partito, reo di aver avallato una cosa, a suo dire, tipica dei 'dem'.

Paragone parla di norma da Partito Democratico

"Così non funziona". È il primo commento che Gianluigi Paragone ha inteso offrire nei confronti della nuova norma che conferisce nuovi poteri di riscossione agli amministratori locali. Rivolgendosi, in maniera virtuale, a interlocutori che hanno provveduto a scrivere la nuova legge di Bilancio, sottolinea: "Se ti metti a rompere le scatole sul pignoramento dei conti correnti nel caso di un mancato pagamento dell'Imu o della Tasi, tu sei fuori".

Le stoccate più dure, però, riguardano il Movimento Cinque Stelle, a cui imputa di non stare mantenendo fede agli impegni manifestati. "Non siamo - evidenzia - andati al governo per fare le stesse cose di quelli che abbiamo rimesso al governo, nonostante avessero perso le elezioni".

Paragone sottolinea come la gente si arrabbia

Paragone, da sempre contrario all'intesa governativa con il Pd, ha parole particolarmente dure nei confronti dei democratici: "Il partito dei tassaioli per eccellenza. La loro cultura è questa: mettere tasse e andare a fregare i cittadini, magari in un momento di difficoltà". "Per anni - sottolinea - abbiamo avuto i bilanci dei comuni che rimandavano a quello che avrebbero dovuto raccogliere attraverso le multe, adesso gli regaliamo tutta questa roba che riguarda il pignoramento dei conti".

"Se neanche - ha incalzato - vi rendete conto di quello che è scritto nella manovra, siamo messi veramente male".

Parole significative anche nei confronti dei grillini che hanno avallato tutto ciò: "Voi che siete al governo e al Ministero dell'Economia delle Finanze, queste cose le leggete oppure no? Oppure continuiamo a ricomettere gli stessi errori". Paragone ha, inoltre, evidenziato come si siano, di fatto, equiparate le facoltà di riscossione dei comuni a quelle dell'Agenzia delle Entrate sui tributi nazionali. "Noi - sottolinea - che avevamo detto che certi metodi non fossero così invasivi per le persone, andiamo a metterli pure sui tributi locali".

E la chiosa sull'argomento è eloquente. "Tu - incalza Paragone - metti il pignoramento dei conti correnti, mentre stai discutendo di mettere lo scudo penale per quelli di Ilva. Capite che poi la gente si inc...?".