Puntata dedicata soprattutto al ritorno di Beppe Grillo alla guida del M5S, quella di Otto e mezzo andata in onda lunedì 25 novembre. Ospiti della padrona di casa, Lilli Gruber, per discutere della lunghissima campagna elettorale in vista delle elezioni Regionali in Emilia-Romagna, c’erano i giornalisti Paolo Mieli, Annalisa Cuzzocrea di Repubblica, Francesco Borgonovo de La Verità e Luca Telese. Ad attirare le critiche quasi unanimi dei presenti è stato il recente incontro, avvenuto a Roma, tra il guru pentastellato e il capo politico Luigi Di Maio, immortalato in un video caricato subito in rete.
La conferma della ‘svolta a sinistra’ del Movimento non ha però convinto Telese il quale ha paragonato l’incontro tra i due ad una scena da “comunismo asiatico”. Ma il conduttore del talk show estivo di La7, In Onda, non ha lesinato critiche nemmeno nei confronti di Matteo Salvini, paragonato al leader comunista Fausto Betinotti per la scelta di sfoggiare “giacche di velluto e pantaloni di fustagno” al solo scopo di prendere più voti in Emilia-Romagna.
Luca Telese: ‘Salvini si sta bertinottizzando nel look’
Per introdurre l’intervento di Luca Telese, Lilli Gruber avvia una rapida riflessione sul fatto che Luigi Di Maio sia stato confermato capo politico del M5S da Beppe Grillo, nonostante le ripetute sconfitte elettorali.
“Grillo ha confermato Di Maio a capo del Movimento - attacca la conduttrice di Otto e mezzo - questo sembra un po’ contraddittorio perché Di Maio è un leader che ha perso tutte le ultime elezioni ed è sicuramente uno che guarda più a destra che a sinistra”. La risposta di Telese parte alla larga. “Mi sono soffermato con molta curiosità sulle due icone che ci ha consegnato questa settimana - commenta il giornalista - Da un lato c’è un Salvini che si sta bertinottizzando nel look.
Siccome ora deve prendere i voti dell’Emilia-Romagna ha messo da parte le divise da carabiniere e veste come Bertinotti con giacche di velluto e pantaloni di fustagno”. Insomma, il primo pensiero di Telese è rivolto al leader della Lega, capace a suo giudizio di essere camaleontico pur di ottenere più voti possibile.
Il giornalista commenta il video Grillo-Di Maio: ‘Sapore di comunismo asiatico, non sovietico’
Una volta messo il sovranista Matteo Salvini sullo stesso piano del comunista in cachemire Fausto Bertinotti, Luca Telese decide di ‘passare la sveglia’ anche al M5S. Oltre a Salvini, riflette il giornalista, “c’è un Di Maio che aveva una sfumatura un po’ alta, sembrava Kim Jong Un. E tutto quel video aveva un sapore un po’ da comunismo asiatico, non sovietico, perché c’è il Piccolo Padre che dà la linea al giovane erede politico, cazziandolo, commissariandolo. Però il fatto che Di Maio sia di destra - Telese conferma la teoria di Lilli Gruber - secondo me non conta perché il partito di Bibbona, dove fu decisa quella svolta della scorsa estate che portò al governo col Pd, ha vinto sul partito di Bibbiano che era quello che odiava il Pd.
Quindi - prosegue nella sua analisi - indietro non si torna. Di Maio ottiene in un baratto la possibilità di restare leader se tiene la linea che vuole Grillo, che è quella di collocare il M5S con la cometa delle sardine che indica la strada nel campo del centrosinistra. L’Emilia-Romagna segna la fine del tripolarismo e il ritorno al bipolarismo”.