I decreti sicurezza rappresentano norme introdotte dalla Lega al Governo e che vengono rivendicati spesso e volentieri con orgoglio da Matteo Salvini. Da parte leghista c'è la volontà di vantarli come misure finalizzate a contrastare l'immigrazione clandestina, ridurre i costi dell'accoglienza e a dare maggiore strumenti e di controllo alle autorità italiane anche sul territorio nazionale. Da parte opposta, invece, vengono considerati decreti ai limiti della legalità e dell'umanità, al punto che il governo sta già studiando come modificarli. In tal senso risulta particolarmente interessante il parere espresso da Caro Nordio.
L'ex magistrato, in un editoriale apparso su Il Messaggero, ha inteso sottolineare come questo tipo di normative non spostino gli equilibri dell'immigrazione, né in un senso e né in un altro. Ha sottolineato come da entrambe le parti si rischino di agitare i decreti sicurezza come uno "stendardo simbolico" e poco più. Alla luce di ciò, a suo avviso, impegnarsi nella modifica di essi equivarrebbe unicamente ad uno spreco di tempo e di risorse.
Nordio ricorda la legge Turco - Napolitano
Carlo Nordio ha manifestato un certo scetticismo rispetto all'idea che in qualche modo legiferare sull'immigrazione possa produrre effetti in un senso o in un altro. Per incidere sul fenomeno, a suo avviso, bisognerebbe andare a lavorare su altri aspetti: "Gli accordi con gli stati rivieraschi e la predisposizione di risorse materiali per l'accoglimento di chi ne ha diritto e l'espulsione ne é privo".
La sostanza indicata è che più che fare le leggi, bisognerebbe pensare ad applicarle. Non a caso fa l'esempio della legge Turco - Napolitano che, seppur di matrice sinistroide, segnava in maniera chiara il modus operandi in maniera chiara: "Chi resta in Italia nonostante l'espulsione viene processato e condannato".
Nordio loda i decreti sicurezza per gli aspetti anti-mafia
Carlo Nordio, in riferimento al decreto Salvini-bis, ha modo di mettere in evidenza due aspetti. Lo definisce 'encomiabile' per i provvedimenti antimafia ed anticrimine, viceversa lo ritiene assolutamente ininfluente ai fini del tema immigrazione dato che, a suo avviso, non avrebbe cambiato molto.
E sulla base di ciò arriva la frecciata ad un governo, quello attuale, che vuole impegnarsi a cambiarlo. "Tutto lascia supporre - evidenzia Nordio - che anche con la riforma Lamorgese le cose resteranno come prima, perché le questioni politiche internazionali si devono trattare in altra sede, e le risorse per i rimpatri coattivi non ci sono". L'ex pm punta il dito affermando che per le espulsioni servono risorse che, al momento, sembrano non esserci. Nordio pone bene in risalto il fatto che il Pd si trovi a doversi impegnare per cambiare i decreti sicurezza, per averne fatto una "questione di bandiera". Allo stesso modo evidenzia in che modo si comporteranno ministri come Bonafede e Di Maio, ancora oggi elementi chiave dell'esecutivo, che facevano parte dello stesso governo che ha avallato i decreti sicurezza..
La stoccata nei confronti dell'esecutivo risulta particolarmente dura: "Un governo non può reggersi sulla nuova categoria istituzionale della necessità, che in realtà esprime l’affannosa ritirata davanti a un’incalzante e agguerrita opposizione".