Il voto del Senato ha deciso: Matteo Salvini dovrà andare a processo per il caso Gregoretti. Riguardo, però, alla nave rimasta nel porto di Augusta senza possibilità di far sbarcare i 131 migranti nel luglio scorso, potrebbero esserci altre responsabilità da accertare oltre a quelle eventuali del'ex Ministro dell'Interno. Lo si evince dalle parole di Antonio Di Pietro, ex magistrato, in un'intervista rilasciata a Il Giornale. A suo avviso, infatti, bisognerebbe valutare la posizione di altri esponenti del governo, a partire dal premier Giuseppe Conte.

Secondo la sua opinione il primo ministro, in quel caso, avrebbe assunto i connotati del pubblico ufficiale e pertanto avrebbe potuto evitare il reato. Questo farebbe sì che, secondo l'ex pm di Mani Pulite, si possa innescare una nuova dinamica giudiziaria in grado di portare alla sbarra anche l'attuale Presidente del Consiglio.

Conte nel caso Gregoretti sarebbe 'pubblico ufficiale'

Antonio Di Pietro ha avuto parole particolarmente dure nei confronti di Giuseppe Conte. Nel corso della sua intervista ha sottolineato quanto, al momento, lo abbia disturbato il comportamento che ha definito "pilatesco" del Presidente del Consiglio. "Vuole - si legge nell'intervista - scaricare su Salvini una responsabilità politica che è anche di altri membri del governo".

L'ex magistrato è anche e soprattutto un tecnico della materia penale, passato alla storia per l'inchiesta Mani pulite. Rispetto alla vicenda Gregoretti, a suo avviso, oltre a quella di Salvini andrebbero valutate altre posizioni. In riferimento a quella del premier sottolinea un aspetto: "Il pubblico ufficiale - evidenzia - ha l'obbligo di impedire il reato".

Per Di Pietro il premier andrebbe indagato

Il tal senso l'articolo 40 secondo comma del Codice Penale parla chiaro: "Non impedire un evento che si ha l'obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo". In sostanza esiste la possibilità che Giuseppe Conte abbia potuto vedere un Ministro varcare quelli che erano i confini della legalità, non intervenendo.

Un'ipotesi che comunque andrebbe valutata, confermata o confutata in sede giudiziaria, ma che avrebbe come iniziale sblocco quello di vedere il presidente del Consiglio alla sbarra. Questo è quello che si evince dalle parole di Antonio Di Pietro: "Non vedo - evidenzia a Il Giornale- come Conte non possa essere indagato, dopo Salvini".

Dalle parole dell'ex magistrato sembra perciò emergere uno scenario in cui, qualora Conte venisse indagato, il premier sarebbe legato a doppio filo al destino giudiziario a quello di Matteo Salvini. Qualora venisse accertato che l'ex Ministro dell'Interno abbia commesso un reato e si provasse che il capo del governo ne era a conoscenza, potrebbero aprirsi scenari di colpevolezza anche per lui. Orizzonti, al momento, solo ipotetici.