Diego Fusaro mantiene la sua linea critica rispetto al modo in cui il governo ha affrontato l'emergenza Coronavirus. Lo fa con un post che sottolinea come quanto, in questo momento, si stia procedendo in fretta e furia a mettere una pezza su quanto, a suo avviso, non è stato fatto in precedenza. Il governo, su consiglio di una commissione scientifica, è impegnato a limitare al massimo i potenziali luoghi di contagio, anche sottostando al rischio di dover bloccare il Paese su diversi fronti per un paio di settimane.
Una prospettiva che, secondo Diego Fusaro, sarebbe il frutto di scelte sbagliate fatte nel momento in cui il problema andava affrontato senza 'buonismo' o sottovalutazione delle cose mettendo in quarantena chiunque tornasse dalla Cina.
Coronavirus: scuole e università chiuse
La priorità italiana in questo momento è una: evitare che il coronavirus si propaghi a dismisura tra la popolazione. La commissione scientifica incaricata dal governo ha sottolineato l'importanza del fatto che, nel breve periodo, occorrerà cambiare abitudini. A partire dai saluti tra individui che dovranno preferibilmente essere fatti evitando il contatto fisico, abbandonando la tradizione italiana del bacio o della stretta di mano.
La notizia del giorno è che il governo ha scelto di chiudere scuole e università fino al prossimo 15 marzo. Il provvedimento è omologato sia per le zone rosse che per il resto del Paese riguardo alle lezioni. Riguarderà, invece, anche il personale amministrativo solo nelle aree in cui l'allerta relativa all'emergenza virale è ai massimi livelli. Conte, come sottolinea Repubblica, ha detto che la decisione è frutto di un confronto con il professor Silvio Brusaferro, Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità. La decisione è stata perciò partorita dopo aver preso contezza di quelle che sono state le valutazioni fatte dagli esperti in relazione all'evoluzione della diffusione del virus.
Coronavirus: per Diego Fusaro si poteva fare di più prima
Secondo Diego Fusaro inizialmente si è sottovalutato il problema, ponendolo in secondo piano rispetto alla possibilità di urtare chi già intravedeva potenziali azioni razziste. "Non hanno - tuona il filosofo- fatto la quarantena quando occorreva farla. Perché bisognava essere buoni, arcobalenici e aperti, senza confini e senza controlli. Morale? Ora - chiosa Fusaro - v'è il rischio che debbano chiudere tutto, mandando il Paese sul lastrico. A pagarne le spese, come sempre, il popolo italiano". A preoccupare il filosofo, evidentemente, c'è il fatto che questa fase in cui l'Italia avrà il freno a mano tirato per fare scudo contro il virus potrebbe rappresentare una fase economica destinata ad essere patita a lungo tempo. Prospettiva, tra l'altro, già delineata da diversi esperti.