Nicola Porro, nella sua consueta rubrica 'Zuppa di Porro', si è soffermato sulle ultime vicende che si sono annidate attorno al problema 'Coronavirus. L'argomento del giorno è stato il discorso che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il capo dello Stato è stato protagonista di un appello al buonsenso, con il noto giornalista ad aver duramente criticato per l'ennesima volta il modo di comunicare delle figure di riferimento della classe dirigente del Paese. Secondo Porro infatti, quello di Mattarella è stato un discorso meramente istituzionale, tutto il contrario di quanto sostenuto dal premier di Singapore, protagonista di un dibattito più concreto e meno fumoso.

Porro vorrebbe discorsi più eloquenti da parte di Conte e Mattarella

Nicola Porro, come ogni mattina, ha dunque dedicato la sua 'Zuppa' alla rassegna stampa, corredata dalle sue opinioni. Riguardo alla possibilità che il discorso del Presidente della Repubblica fosse arrivato dopo una sollecitazione giornalistica, è stato netto: "Più che una risposta a Repubblica, è un risposta al buonsenso. In tutto il mondo si è capito che bisognava prendere il toro per le corna". Solo in Italia, invece, stando al Porro pensiero, si continua a mantenere toni molto abbottonati: "Fa il discorso che vi aspettate dal Presidente della Repubblica" lasciando intendere come dovrebbe essere ben altro il tono dei discorsi di questo periodo.

"Secondo me - ha dichiarato al riguardo Nicola Porro - il simbolo è il premier di Singapore. Dice delle cose all'interno dei suoi otto minuti di discorso che sia il presidente che il premier italiano non dicono. Nella loro vaghezza di principi sono più italiani e verbosi. Meno eloquenti".

In riferimento alle parole di Lee Hsien Loong ha poi aggiunto: "Dà l'idea che c'è qualcuno che sta governando la macchina.

Qui non la si ha per niente, si ha l'idea di qualcuno che quando la macchina sta andando fuori pista prova rimetterla al suo posto".

Porro aveva già lodato il discorso del presidente di Singapore

Sul sito di Nicola Porro, nei giorni scorsi, era di fatti apparso il discorso di Lee Hsien Loong. La lode relativa al modo in cui si era rivolto alla sua nazione era relativa al fatto che, sin da subito, si è espresso con termini concreti e diretti.

Nulla a che vedere, secondo il giornalista, con le giravolte e la discutibile (secondo lui) comunicazione del governo italiano. Lee Hsien Loong ha parlato così immediatamente delle misure che sarebbero state adottate con chi era rientrato dalla Cina, delle conoscenze sulla natura della malattia e del modus operandi che avrebbe adottato il governo centrale da quel momento. Una strategia comunicativa che aveva suscitato maggiore tranquillità in una popolazione come quella di Singapore, provata quanto quella italiana, dall'emergenza virale e dalla possibilità di fronteggiare un'epidemia di proporzioni storiche.