Giuseppe Conte e Rocco Casalino nel mirino di Nicola Porro. Il giornalista continua ad accusare il Presidente del Consiglio e il suo portavoce per aver voluto adottare misure troppo rigide contro i cittadini allo scopo di contenere la diffusione dell’epidemia da Coronavirus.

Porro se la prende anche con chi, come la Regione Lombardia, ha deciso di monitorare i residenti di Milano attraverso le celle telefoniche dei loro telefoni cellulari. Un vero e proprio rischio per la democrazia, secondo il conduttore di Quarta Repubblica, ancora chiuso in casa perché affetto da Covid-19.

Nicola Porro contrario ai controlli troppo duri: ‘12 anni di carcere? Conviene delinquere’

Nicola Porro apre la sue quotidiana rassegna stampa dei giornali citando due titoli che lo avrebbero “scandalizzato”. Quello del Corriere della sera (‘Troppi in giro, li puniremo’) e quello de Il Messaggero (‘Divieti violati, pene più severe’). Il giornalista spiega che, da oggi in poi, chi verrà trovato fuori di casa senza motivo, e dovesse risultare positivo al coronavirus, rischia fino a 12 anni di carcere. Insomma, commenta, “come direbbe il magistrato Davigo, conviene uccidere rispetto a essere trovato in giro oggi positivo al coronavirus”. Porro denuncia anche il fatto, secondo lui gravissimo, che a Milano “hanno utilizzato le celle dei cellulari per vedere quanti milanesi stessero nelle loro residenze e quanti fuori.

Cioè controllano, con una specie di Grande Fratello, se state a casa vostra o state fuori. Quindi si presume che loro sappiano quale è la vostra casa, la vostra residenza e dove state passando il vostro tempo. Ma non sta scritto da nessuna parte, perché siamo ancora in un Paese libero, che uno non possa risiedere in un posto diverso rispetto a quello che risulta al nostro gestore di telefonia”.

‘Nessuno può discutere le grandi manovre di Casalino e Conte’

Insomma, prosegue nel suo sfogo Porro, “nessuno può discutere le grandi manovre di Casalino e di Conte. Però dove vogliamo arrivare? Siamo veramente impazziti? - si chiede - Cioè, noi stiamo in un momento in cui siamo nel totale coprifuoco e in cui dovrebbero dire ai cittadini italiani ‘scusateci se abbiamo adottato queste norme’.

Questo è il minimo che si debba fare perché lo Stato siamo noi, non il Parlamento, non Conte e Casalino - si infervora - dovremmo cercare di essere un pochino più allergici alle violazioni delle nostre libertà. Poi si può anche accettare che, per certe cause di ordine maggiore, si possa trasgredire alle regole costituzionali. Attenzione - avverte - stiamo scivolando verso un mondo che mi fa schifo, sono 700 anni che combattiamo per le nostre libertà personali. 2.500 morti da coronavirus sono tanti e ce ne saranno forse anche il doppio, ma attenzione a rinunciare così facilmente alle nostre libertà”.

Il riferimento alla foto del presunto Casalino: ‘C’è qualcuno più uguale degli altri’

Poi, dopo una breve pausa, la stoccata finale.

“La foto di Casalino con il suo amico, il suo fidanzato, l’avete vista sui giornali? O quella del Papa che gira per Roma”. Porro fa riferimento alle immagini di Papa Francesco (vere) in pellegrinaggio in una chiesa di via del Corso a Roma e alla foto (tutta da verificare) che Il Giornale attribuisce al portavoce del Premier. “Io non so se Casalino è positivo o no - attacca - ma quando c’è un regime, quando tutti noi dobbiamo stare a casa, c’è qualcuno più uguale degli altri, c’è qualcuno che può non stare a casa. Perché loro si e noi no? L’altro giorno ho visto Conte in una foto, in fila a comprarsi un hamburger”, conclude.