La mancanza di dispositivi di protezione personale e una risposta forse tardiva nei provvedimenti, secondo alcuni, sono le colpe di cui si è macchiata l'Italia nel fronteggiare l'emergenza Coronavirus. Aspetti che potrebbero avere chiavi di lettura se si considera quella che è la ricostruzione fatta da Franco Bechis in un editoriale apparso su Il Tempo. Il direttore del quotidiano segnala che la macchina organizzativa di Palazzo Chigi si sarebbe mossa due settimane prima di quelli che sono stati i tempi dati alla Consip per assicurare d.p.i. al resto del Paese.

Quella del giornalista è una sorta di denuncia su fatti che, se verificati, potrebbero dare adito a dibattiti sulla condotta di chi ha gestito la cosa nell'ambito della Presidenza del Consiglio, a fronte delle difficoltà affrontate dagli altri cittadini.

Dpi arrivate per Premier e collaboratori

Lo stato di emergenza relativo al coronavirus è stato dichiarato dal Governo presieduto da Giuseppe Conte a fine gennaio. Con un'ironia velata, Bechis sottolinea come il governo si sarebbe davvero mosso con la tempestività che impongono i manuali in questi casi, ma pensando ad una ristrettissima cerchia di persone. Secondo quanto riporta il direttore de Il Tempo la prima corsa all'approvvigionamento di materiale sanitario sarebbe scattata per proteggere il presidente del Consiglio ed ed il suo staff.

Il giornalista punta il dito contro il capo del governo senza troppi problemi. "Conte - ha scritto - non ha pensato agli italiani, ma prima di tutto a sé stesso e ai suoi collaboratori".

Mascherine arrivate da due aziende lombarde

Un'accusa che Bechis prova a spiegare attraverso l'enumerazione di fatti di sua conoscenza che sarebbero avvenuti due settimane prima che venisse dato alla Consip il compito di rifornire il Paese di ciò che avrebbe avuto bisogno per proteggere sanitari e cittadini.

Secondo il direttore de Il Tempo, Palazzo Chigi già dal 26 febbraio aveva già provveduto ad ordinare ciò che serviva per la protezione personale del Premier e di chi fa parte del suo staff. Il tutto, sottolinea il giornalista, mentre nel resto d'Italia si faticava a reperire lo stesso materiale e ne erano sprovvisti persino medici e infermieri.

Secondo le informazioni riportate da Bechis la presidenza del Consiglio avrebbe acquistato "500 mascherine Apvr FFp3" al costo di 7,98 € cadauna da un'azienda veneta e 10.000 mascherine (0,20 € l'una) da una società bergamasca. Franco Bechis parla di 'arsenali' che sarebbero stati messi da parte "per resistere nel bunker anche per lunghi mesi".

Si tratta, naturalmente, di una ricostruzione giornalistica che potrebbe essere chiarita con una replica da parte della Presidenza del Consiglio. Non resta che attendere se ciò avverrà.