Continuano le polemiche sul caso Di Matteo-Bonafede. Al centro del dibattito c'è la mancata nomina del giudice Nino Di Matteo a capo del Dap che, secondo il diretto interessato, apparirebbe sospetta. Sul caso è intervenuto più volte il ministro della Giustizia che ha smentito ogni interferenza esterna sulla vicenda. A pesare però sulla figura di Bonafede c'è anche la questione delle scarcerazioni dei boss mafiosi.

Sull'argomento è intervenuto l'ex magistrato Carlo Nordio che ha criticato l'operato sia di Di Matteo che di Bonafede. Il ministro, in particolare, avrebbe importanti responsabilità sulle scarcerazioni e non è convinto dal nuovo decreto approvato ieri dal Consiglio dei Ministri.

Di Matteo-Bonafede: il parere dell'ex magistrato

Sul caso Di Matteo-Bonafede il dibattito politico è ancora molto intenso. In molti sottolineano le responsabilità del ministro della Giustizia nella mancata nomina del giudice Nino Di Matteo ai vertici del Dap, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria. E a questo si aggiungono anche le tante polemiche in merito alle scarcerazioni di molti boss mafiosi: la questione, pur non rientrando nelle competenze del Guardasigilli, ha sollevato ugualmente molte critiche per la gestione complessiva del sistema carceri.

Con un'editoriale sul Messaggero, l'ex magistrato Carlo Nordio interviene sulla vicenda e critica Bonafede per la cattiva gestione del suo ministero.

La mancata nomina di Di Matteo al Dap

Nordio commenta la questione della nomina mancata del giudice Di Matteo ai vertici del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, con le rivelazioni del magistrato nel corso del programma Non è l'Arena e la replica dello stesso Bonafede poco dopo.

Secondo Nordio, in primis è lo stesso Di Matteo che deve chiarire la natura del suo intervento.

E nel caso, poi, toccherà anche al Guardasigilli. Il Dap rappresenta un ufficio di alta amministrazione alle dipendenze del Ministero della Giustizia e implica una stretta collaborazione con il ministro: se quindi ci sono state delle imposizioni sulla nomina "la vicenda assumerebbe caratteri penali" e in caso "Di Matteo avrebbe dovuto essere il primo a denunciarli".

Nordio critica Bonafede sulle scarcerazioni

Sulle scarcerazioni dei boss, Nordio sottolinea come la decisione di scarcerare detenuti pericolosi sia stata compiuta dai giudici, ma comunque nel rispetto delle leggi esistenti. I giudici, disponendo le scarcerazioni, potrebbero essere stati di "manica larga" ma nelle loro decisioni potrebbero avere un peso importante l'eccezionalità e forse anche la paura del contagio.

Nordio, comunque, non è convinto dal tentativo del governo di rimediare alla vicenda con un decreto apposito approvato in serata dal Consiglio dei Ministri che rimetterà "Tutti dentro".

Con le nuove misure, infatti, sarà consentito ai tribunali di Sorveglianza di "rivalutare la permanenza dei motivi legati all’emergenza sanitaria entro il termine di quindici giorni".

Nordio sottolinea le responsabilità di Bonafede

Carlo Nordio è critico inoltre sulla gestione delle carceri. "Qui il ministro reca effettivamente una evidente responsabilità, perché non ha saputo evitare le conseguenze del prevedibile ed enorme timore creato dal virus tra i detenuti". Secondo l'ex magistrato avrebbe dovuto predisporre infermerie per garantire l'incolumità ai detenuti.

Nel complesso, la vicenda "esprime una serie di "paradossi sintomatici" ed è il segno della grande confusione che regna all'interno del governo ma anche nel mondo della Politica e nel rapporto tra questa e la magistratura. Secondo Nordio, tutto questo non fa onore alle istituzioni e la questione "poteva essere gestita dal Guardasigilli con ben altra sapienza politica".