"È l'uomo del giorno". Così Myrta Merlino ha presentato il suo ospite Massimo Giletti. Il conduttore di Non è l'arena negli ultimi giorni ha avuto grande risalto a livello mediatico poiché nella sua trasmissione, in onda su La7, ha fatto intervenire il magistrato Nino Di Matteo. La telefonata spontanea di quest'ultimo ha avuto la funzione di denunciare che la sua mancata nomina al Dap sarebbe scaturita dai timori del Ministro Alfonso Bonafede di urtare le figure più importanti presenti all'interno della popolazione carceraria. Giletti ha rivelato, in questi giorni, di aver ricevuto insulti, sottolineando che questi non lo fermeranno.

Giletti evidenzia i lunghi tempi per la reazione di Conte e Di Maio

A difesa del Ministro Alfonso Bonafede sono intervenuti con due distinte note il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l'ex capo politico grillino Luigi Di Maio, oggi Ministro degli Esteri. Secondo Massimo Giletti i tempi particolarmente dilatati con cui sono maturate le reazioni avrebbero una precisa chiave di lettura. "Per chi conosce la Politica, su un caso drammatico - ha evidenziato Giletti - come quello che è successo domenica nella scorsa trasmissione, rispondere con tanto ritardo vuol dire che c'è stata una lunga riflessione all'interno del Movimento 5 Stelle. E questo può far dare una lettura di quello che è accaduto".

Giletti annuncia che tornerà a parlare della vicenda

Nel corso della trasmissione che ha avuto come punto apicale la telefonata di Di Matteo, Giletti si è contraddistinto per aver utilizzato un contraddittorio molto forte sulla questione con l'eurodeputato del Movimento 5 Stelle Dino Giarrusso. Nel complesso, però, il web si è fatto notare per una parte di utenza che ha scatenato una vera e propria bufera contro il conduttore di Non è l'arena.

È stato lui stesso a confermarlo. "Sono - ha detto - molto amareggiato. Sto ricevendo insulti, minacce da troppo tempo".

Tuttavia le circostanze non sembrano intimorire il conduttore che, anzi, esprime insofferenza e voglia di reagire a modo suo. "Mi sono rotto le scatole. Dico - ha proseguito - subito che domenica tornerò a parlare di questa storia".

Giletti ha voluto sottolineare che a parlare spontaneamente alla sua trasmissione sia stato uno come Di Matteo. Un magistrato che mai prima si era espresso in questi termini e che ha sempre avuto un alto senso delle istituzioni. Allo stesso modo il giornalista ha inteso sottolineare che la sua non è una crociata contro il Ministro.

"Se Di Matteo - ha incalzato - ha sentito la necessità di intervenire, pone un problema serio. Vorrei essere molto chiaro: Bonafede ha firmato decreti importanti contro la mafia. Il sottoscritto l'ha riconosciuto, io faccio il mio mestiere di giornalista. Se Di Matteo chiede di intervenire io ho l'obbligo di ascoltare".