Massimo Giletti al centro della polemica politica per la puntata di Non è l’Arena di domenica 3 maggio. Nel corso del talk show in onda su La7, si è discusso del tema delle scarcerazioni di alcuni boss, avvenute negli scorsi giorni a causa dell’emergenza sanitaria in atto. Giletti aveva già trattato la vicenda nelle settimane precedenti, alimentando uno scontro del quale aveva fatto le spese il direttore del Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap) Francesco Basentini, costretto alle dimissioni. A far discutere è l’uscita dal carcere del boss dei Casalesi Pasquale Zagaria.

Ma a fare esplodere la rabbia del giornalista Gaetano Pedullà è stato l’infuocato botta e risposta tra il pm Nino Di Matteo e il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Secondo Pedullà, il collega Giletti avrebbe assunto l’insostenibile posizione di far passare il Guardasigilli come uno che ha paura della mafia.

Gaetano Pedullà critica duramente Massimo Giletti

Ospite il 4 maggio in collegamento video di Coffee Break, il talk show mattutino di La7, Gaetano Pedullà afferma di considerare gravissimo il fatto che “la mafia sta ridendo dello spettacolo che è andato in onda proprio su La7” la sera precedente nello studio di Massimo Giletti. Pedullà desidera assolutamente mettere in evidenza la “assoluta urgenza e gravità” di quanto accaduto.

Il direttore del quotidiano La Notizia fa riferimento al contestato addio al vertice del Dipartimento amministrazione penitenziaria da parte dell’ormai ex direttore Francesco Basentini, a seguito delle furiose polemiche, rilanciate anche da Giletti a Non è l’Arena, sulle rivolte nelle carceri e sulla successiva scarcerazione di alcuni boss mafiosi di rilievo, tra i quali il Casalese Pasquale Zagaria.

Pedullà difende Bonafede nello scontro con Di Matteo

Ma Pedullà non digerisce nemmeno il botta e risposta trasmesso in diretta tv da Giletti tra il pm siciliano Nino Di Matteo e il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Il primo ha affermato che la sua nomina al Dap prima di Basentini nel 2018 era stata decisa proprio da Bonafede che, dopo sole 48 ore, cambiò idea.

Il secondo ha smentito sdegnato questa versione, compreso il fatto che il suo dietrofront fosse stato provocato anche dall’ascolto di alcune intercettazioni in cui i boss in carcere si sarebbero lamentati di Di Matteo. Pedullà difende a spada tratta il Guardasigilli M5S, lo definisce “Ministro della lotta alla mafia” ed elenca alcune leggi approvate da quando ricopre quel ruolo.

‘Trasmissione impacchettata da Giletti contro Bonafede’

“Il senso della trasmissione, per come l’ha impacchettata Giletti, è stato di far apparire Bonafede colpevole”, accusa il direttore de La Notizia. La sua interpretazione delle parole di Di Matteo è che il pm “ha fatto trapelare che il Ministro si sia spaventato delle minacce arrivate da parte di alcuni mafiosi”, finendo per cambiare dea sulla decisione della sua nomina al vertice del Dap.

“Se questo ragionamento fosse valido - prosegue il giornalista - quello che ha fatto Giletti è di una gravità assoluta. Da italiano, prima che da giornalista, avrebbe dovuto chiedere a Di Matteo per quale motivo ha comunicato una informazione così importante solo due anni dopo i fatti”. Pedullà punta anche il dito contro “i silenzi” del pm antimafia, ora membro del Consiglio Superiore della Magistratura.