Massimo Giletti prosegue la sua battaglia televisiva contro la decisione di scarcerare alcuni boss mafiosi a causa dell’emergenza sanitaria ancora in corso. Le puntate di Non è l’Arena sullo scottante argomento hanno persino contribuito a provocare le dimissioni di Francesco Basentini dalla direzione del Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap). Il nome più altisonante tra quelli dei detenuti scarcerati è sicuramente quello del boss dei Casalesi Pasquale Zagaria. Una decisione che manda su tutte le furie Giletti il quale, domenica 4 maggio nello studio di La7, se la prende con il Ministro della Giustizia in quota M5S Alfonso Bonafede.

Inevitabile lo scontro con Dino Giarrusso, europarlamentare pentastellato ed ex inviato delle Iene.

Massimo Giletti furioso con Dino Giarrusso a Non è l’Arena

“Su Zagaria c’è stato un errore umano come tu farai vedere, e lo sai benissimo”, Dino Giarrusso prova a fornire una spiegazione a quanto accaduto con la scarcerazione di alcuni boss. “Non potete trattare criminali importanti come Zagaria come ladri di polli, questo non lo possiamo accettare in un Paese normale - replica alzando subito i toni Giletti - il Dap ha un ruolo importante, non può scaricare queste decisioni sui giudici dei Tribunali di Sorveglianza”. Attenzione, si difende però l’esponente M5S, Alfonso Bonafede ha fatto un decreto proprio per evitare che un giudice possa scarcerare un boss senza aver sentito preventivamente la Procura Antimafia ed è quindi “attento ai boss come tutto il M5S”.

Giletti: ‘Dino capisco che dovete difendere Bonafede’

Ma Massimo Giletti non vuole sentire ragioni. “Dino capisco che dovete difendere Bonafede però, ti prego, questo dialogo non può essere un monologo”, dice rivolto al collega giornalista. Basentini è stato nominato da Bonafede che poi lo ha fatto dimettere dopo la scorsa puntata di Non è l’Arena, sostiene il conduttore.

“Si è dimesso lui, non è che gli ha puntato la pistola alla testa”, prova a replicare Giarrusso. “Mi dispiace che un’ex Iena giochi con le parole. Non è che si è dimesso così perché si è alzato la mattina”, lo fulmina però Giletti. Poi, il conduttore di Non è l’Arena ricorda che il dottor Basentini “ha pagato” rassegnando le dimissioni dal Dap, ma che risulta essere ancora membro di una task force del Governo Conte.

Si rivolge a Giarrusso lamentandosi del fatto di dover mettere il suo futuro di cittadino “nelle mani di una persona così” e si dice “francamente basito” perché, aggiunge facendo riferimento al M5S, “voi avete sempre detto meritocrazia, e io ci credo, ma questo è un caso esattamente opposto alla meritocrazia”.

‘Zagaria non doveva essere trattato come un ladro di polli’

A suo modo di vedere, infatti, le persone come Basentini avrebbero il “dovere di gestire le carceri in modo serio” e quindi “non possono scaricare la colpa sui magistrati”. Giletti è furioso per la gestione delle scarcerazioni da parte del Dap che si dovrebbe fare una “ispezione” da solo. Giarrusso replica dando inizialmente ragione al collega, visto che l’errore del funzionario da lui segnalato a gran voce è “drammaticamente grave”.

Ma ormai Basentini non è più il direttore del Dap. Giarrusso non nega che la scarcerazione di Zagaria sia stata un “drammatico errore”, ma difende in parte l’operato dell’amministrazione penitenziaria. “Però Giarrusso io non ci sto ad essere preso per i fondelli da alcuni tuoi e miei colleghi - lo incalza nuovamente Giletti - perché questa è la verità dei fatti. Io non sono entrato nelle battaglie politiche tra Lega e M5S, sto solo contestando il fatto che un funzionario al quale Basentini aveva dato l’incarico doveva andare fino in fondo e non trattare questa storia come se il signor Zagaria fosse un ladro di polli, perché bisogna avere rispetto di chi è morto per la mafia e per la camorra”.