Luca Zaia, governatore del Veneto, è stato il protagonista di una lunga intervista pubblicata da Repubblica nell'edizione del 16 maggio. L'esponente della Lega è stato uno degli uomini maggiormente sulla cresta dell'onda in relazione all'emergenza sanitaria in corso, anche perché la sua regione è stata una di quelle più colpite, risultando, però, una delle prime a ottenere risultati positivi con la strategia di contrasto messa in atto contro il contagio.

Il Veneto fa più tamponi della Corea

Zaia racconta come lo scorso 27 marzo sia stato, per lui, il giorno più brutto.

Un compleanno, per lui, trascorso con l'angoscia di avere centinaia di persone in terapia intensiva. "Avevo - rivela - mandato un camion in Svizzera per comprare 50 ventilatori e non arrivava, ci ha messo dieci giorni per tornare". Oggi i numeri, grazie alla collaborazione strategica del professor Crisanti, sembrano essere diminuiti, anche grazie alla scelta di fare tantissimi tamponi. I numeri oggi sono degni di nota: "Ne facciamo undicimila al giorno, 500mila totali: più della Corea, la media è di circa 30 contagiati". Test fatti in quasi tutti gli ambienti che, ad oggi, sono positivi per l'1,3% e che starebbero raccontando, secondo il governatore, una realtà che spiega quanto l'uso della mascherina sia fondamentale.

Zaia non si vede nella politica nazionale

C'è chi lo vede in rampa di lancio verso Roma con un progetto più ampio di quello regionale. Il Financial Times lo considera l'astro nascente della Lega. Lui, però, sembra avere altre idee. "Non sono - ha detto - minimamente interessato ad un progetto nazionale". I sondaggi al momento fanno registrare battute d'arresto per Salvini e la sua crescita.

Il governatore, però, ritiene che il suo leader non sia geloso: "Io sono un amministratore, mi occupo della mia regione. Ci sentiamo, non mi ha mai imposto nulla. L'ho sempre apprezzato". Secondo Zaia, il numero uno del Carroccio possiede un talento che a lui manca per la politica nazionale, facendo riferimento a quella che sarebbe la bravura dell'ex Ministro dell'Interno nell'interfacciarsi con la gente nelle piazze.

Zaia, però, dal suo osservatorio veneto è comunque attento alle vicende nazionali. L'eventuale caduta del governo, a suo avviso, non aprirebbe la strada a un governissimo ma alle urne. Le stesse che presto saranno aperte in Veneto per il rinnovo del governo regionale. "Spero ci facciano votare a luglio, in caso contrario è una sospensione della democrazia". Rispetto all'ipotesi che possa arrivargli una chiamata per Palazzo Chigi, Zaia preferisce mettere in evidenza un punto relativo alle norme: "In Italia la premiership che sognano i cittadini, il problem solver tipo Merkel, la Costituzione non lo permette".