Non c’è stato nessun “blackout” delle telecomunicazioni a Washington DC durante le manifestazioni

Affermazione: l’1 giugno 2020, le autorità di Washington DC hanno impedito ai manifestanti di usare il proprio smartphone per comunicare tra loro, disattivando Internet e i servizi di telefonia cellulare con un "blackout" temporaneo delle comunicazioni.

Fatti: nelle prime ore dell’1 giugno 2020, migliaia di tweet con l'hashtag #DCBlackout sostenevano che, a Washington DC, le comunicazioni fossero state bloccate per diminuire le proteste. La bufala del blackout delle comunicazioni a Washington DC è entrata in tendenza globale su Twitter con oltre 500.000 tweet, condivisi anche su Facebook, Reddit e Instagram.

Verità: secondo la BBC, Twitter, seguendo questa bufala, "ha sospeso centinaia di account che hanno utilizzato l'hashtag facendo spam, adducendo come motivazione le politiche della stessa piattaforma in tema di manipolazione e spam”. Inoltre, come mostra NetBlocks.org "non esiste nulla che indichi una massiccia interruzione dei collegamenti a internet durante la notte, o nelle ultime 48 ore". Molti giornalisti e organizzazioni, come Black Lives Matter DC, hanno affermato che la voce era falsa e che non anno ravvisato alcuna interruzione delle comunicazioni.

Gli agenti di polizia di Boston non hanno distrutto il proprio veicolo dando la colpa ai manifestanti

Affermazione: Alcuni agenti della polizia di Boston hanno distrutto la propria auto col fine di incolpare i manifestanti di averli aggrediti.

Fatto: durante la notte del 30 maggio 2020, a Boston, alcuni agenti sono stati filmati mentre rompevano il parabrezza di una volante della polizia. A filmare la scena sono stati alcuni manifestanti, accusando i poliziotti di aver distrutto la loro stessa auto. La didascalia che accompagna il filmato recita: "I poliziotti di Boston ripresi mentre distruggono la propria auto in modo da incolpare i manifestanti".

Verità: in un altro video pubblicato in seguito si capisce che la sequenza delle immagini è stata ripresa fuori contesto. Il secondo video mostra infatti la stessa auto della polizia attaccata dai manifestanti, che ci saltano sopra. I poliziotti sono stati quindi ripresi mentre cercano di staccare il parabrezza rotto dall’auto, in modo da potersi allontanare alla guida del mezzo. Il primo video è stato quindi realizzato quando i poliziotti stavano già rimuovendo i danni che i manifestanti avevano causato al loro veicolo.

MSNBC non ha usato immagini false per “sensazionalizzare” la narrazione attorno alle rivolte di Philadelphia

Affermazione: l’emittente televisiva MSNBC ha usato le immagini di un film di zombi per sensazionalizzare la narrazione attorno alle proteste di Philadelphia, avvenute lunedì 1 giugno.

Fatto: il canale televisivo americano via cavo, MSNBC, è stato accusato di aver usato delle sequenze del film zombi World war Z per descrivere la situazione in corso a Philadelphia, a seguito delle rivolte. Su Twitter, molti utenti hanno affermato che il canale televisivo stesse usando queste immagini false per sensazionalizzare la narrazione. A supporto di questa affermazione, su Twitter è stato allegato un collage con uno screenshot tratto dal film World war Z e uno della trasmissione televisiva, raffigurante la stessa immagine del film, ma riportante la grafica dell’MSNBC.

Verità: lunedì 1 giugno, un utente di Twitter, di nome Bad Scotter, ha condiviso questo collage per la prima volta. Tuttavia, agli utenti più attenti non è sfuggito un dettaglio: nell'angolo a destra si puoi notare la firma dell'uomo con accanto la dicitura "non reale".

Bad Scooter si è scusato su Twitter dicendo: “Beh, questo post si è diffuso rapidamente. SÌ, quella clip della MSNBC proveniva da World war Z, ho anche marchiato il video sotto il logo della MSNBC scrivendo "NON REALE". Ho drammaticamente sottovalutato Twitter, molti lo hanno ripreso, alcuni hanno affermato che era "reale". È stato stupido da parte mia". La MSNBC non ha dunque sensazionalizzato la narrazione attorno alle proteste di Philadelphia con immagini tratte da un film zombi.

L'assassino di George Floyd non è stato visto indossare un cappello con la scritta "Make Whites Great Again"

Affermazione: Derek Chauvin, l’agente di polizia di Minneapolis accusato di aver ucciso George Floyd è stato riconosciuto in una foto con indosso un berretto da baseball rosso che dice " Make Whites Great Again”, ovvero rendi di nuovo grandi i bianchi, una citazione che riprende lo slogan elettorale di Trump “Make America Great Again”, che significa “rendi di nuovo grande l’America”.

Fatti: il 27 maggio, un fotomontaggio è stato condiviso sui social media, incluso dall’account Twitter ufficiale del vescovo Talbert Swan, che ha dichiarato: “Ecco Derek Chauvin, il poliziotto razzista che teneva il ginocchio sul collo di George Floyd, gli ha bloccato il passaggio dell’aria e lo ha ucciso, mentre indossa un cappello con scritto "Rendi i bianchi grandi", un chiaro segno che questo pezzo di escrementi non sarebbe dovuto essere in strada già da molto tempo”.

Verità: secondo la ricerca effettuata da Snopes, questo fotomontaggio di Derek Chauvin mentre indossa un cappello con scritto: "Rendi di nuovo grandi i bianchi" è falso. L'uomo che indossa il cappello è in realtà Jonathan Lee Riches, un sostenitore di Trump che è già stato in prigione e ha una solida reputazione come troll online.

Secondo AP, Riches avrebbe confermato di essere l'uomo nella foto, ma avrebbe anche riferito che l'immagine sarebbe stata manipolata, poiché lui indossava un cappello riportante lo slogan originale di Trump, ovvero "Make America Great Again".

Gli animali dello zoo non sono fuggiti durante le proteste per l'omicidio di George Floyd

Affermazione: gli animali selvatici sono fuggiti dagli zoo locali durante le proteste per George Floyd.

Fatti: la prima affermazione condivisa sui social riguardava una tigre fuggita da uno zoo di Oakland, in California. Persino l'account Twitter ufficiale dello sceriffo della contea di Alameda ha avvisato la popolazione locale di "una tigre in libertà vicino allo zoo di Oakland". Un'altra affermazione simile riguardava su un ippopotamo presumibilmente fuggito dal Lincoln Park Zoo di Chicago. Dopo i primi due, ha iniziato a circolare anche la voce di una giraffa avvistata mentre correva lungo una strada nel Minnesota.

Verità: tutte queste affermazioni sono state smentite. L'account Twitter dello sceriffo della contea di Alameda ha in seguito comunicato che lo zoo di Oakland aveva eseguito delle verifiche e confermato che nessuna delle sue tigri fosse fuggita.

L'immagine dell'ippopotamo era in realtà una fotografia di un ippopotamo in fuga da un circo itinerante in Spagna nel 2016, come riporta Snopes. Infine, il post della giraffa allegava una foto e uno screenshot di un video che, anche secondo Snopes, era presente su Internet almeno dal 2013.

Trump non ha twittato che la famiglia di Floyd è stata onorata di aver parlato con lui

Affermazione: un tweet di Donald Trump afferma che la famiglia di George Floyd è stata “onorata” di aver ricevuto una sua telefonata.

Fatti: Diversi utenti di Facebook stanno diffondendo un'immagine di un presunto tweet inviato dall'account ufficiale di Donald Trump il 29 maggio, il quale afferma: "Ho parlato con la famiglia di George Floyd.

Mi hanno detto che erano onorati di sentirmi. Ho detto loro che non voglio vedere un altro uomo nero morire per un ginocchio al collo. Sembra doloroso. Ci sono modi migliori per morire. Non ce n’è uno buono, ma quello è stato molto brutto".

Verità: secondo Reuters, il tweet non è reale in quanto non appare nella timeline dell’account di Trump del 29 maggio, né compare nelle ricerche su Twitter per i post con questa formulazione. Politwoops, un progetto che tiene traccia di tutti i tweet cancellati dai politici, ha affermato che il tweet non è nemmeno stato eliminato dall’account di Trump.

George Soros non ha finanziato le rivolte attraverso i social media, né ha assunto persone per farne "anarchici professionisti"

Affermazione: le fondazioni di George Soros e la sede del Partito democratico della Contea di Thurston, nello stato di Washington, assumono chiunque voglia diventare un "anarchico professionista" offrendo 200 dollari per azione diretta compiuta.

Fatto: l'immagine di un volantino per il reclutamento di "anarchici professionisti" per 200 dollari ad azione compiuta si è diffusa sui social. Il volantino in questione riporta anche l’immagine di una famosa opera d'arte di Banksy, il logo di Open Society Foundations, il testo "Finanziato da George Soros" e i contatti della sede dei Democratici della contea di Thurston.

Il volantino afferma che ogni candidato potrebbe guadagnare 200 dollari per ogni "azione diretta". Tuttavia, sia il volantino che l’annuncio sono falsi.

Verità: il volantino reciterebbe: “Fatti pagare per essere un ... anarchico professionista! Ricevi un pagamento fino a $ 200 per azione diretta! Ricorda, con l'azione diretta si ottiene il pagamento. Contatta la tua filiale locale della Open Society Foundation”. Il presidente dei Democratici della Contea di Thurston, Victor Minjares, ha ripudiato tutte queste affermazioni in un post su Facebook, scrivendo in maiuscolo: "QUESTE IMMAGINI SONO FALSE E CREATE PER SCREDITARE I DEMOCRATICI". Open Society Foundations ha commentato a sua volta su Twitter: “Non paghiamo i manifestanti.

E nemmeno il nostro fondatore George Soros lo fa”.

Disinformazione antifa

Affermazione: la teoria secondo la quale le rivolte relative all'omicidio di George Floyd sarebbero dirette da gruppi antifascisti si è diffusa sui social media, raccogliendo oltre 1,3 milioni di Like e condivisioni, così come riportato da un’analisi del New York Times.

Fatti: domenica 31 maggio, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha twittato che "il movimento antifascista sta guidato gli anarchici" e "gli anarchici di sinistra radicale ", affermando il loro coinvolgimento nella rivolta.

Il giorno dopo, il commentatore conservatore Dan Bongino, nello show televisivo "Fox and Friends", ha affermato che il movimento antifascista era responsabile di un "sofisticato" attacco alla Casa Bianca, definendolo una vera e propria "insurrezione".

Verità: non ci sono prove di una “cospirazione” del movimento antifascista. Inoltre, sui social, questa storia è spesso accompagnata da un falso "manuale" che parla di "ordini di sommossa", e che sarebbe stato rilasciato dai Democratici che dirigono gli attivisti antifascisti. Tuttavia, tale manuale era già stato etichettato come bufala già nel 2015, in relazione ai disordini connessi alla morte di Freddie Gray a Baltimora.

La falsa morte di George Floyd

Affermazione: Sui social sono circolate voci che affermavano che la morte di George Floyd non fosse altro che una messa in scena. In particolare, un video afferma che George Floyd non fu mai ucciso e che Derek Chauvin, l'agente di polizia del Minnesota accusato di omicidio volontario per la morte di Floyd, altri non fosse che un attore.

Fatti: venerdì 29 maggio, il canale cospirazionista di YouTube, JonXArmy, ha condiviso un video in cui si sostiene che la morte di George Floyd sia stata una messa in scena. In accordo con quanto riportato dal New York Times, il video è stato condiviso quasi 100 volte su Facebook, raggiungendo 1,3 milioni di persone. Su Twitter, la scorsa settimana, gli utenti hanno condiviso centinaia di post in cui si afferma che "George Floyd non è morto".

Verità: Geroge Floyd è stato ucciso dalla polizia il 25 maggio 2020. Derek Chauvin, l'agente che preme sul collo di Floyd con il ginocchio, è stato licenziato e accusato di omicidio di terzo grado e omicidio colposo di secondo grado. Gli altri tre ufficiali presenti sono stati messi sotto accusa per aver aiutato e favorito l’omicidio volontario. YouTube ha rimosso il video pubblicato da JonXArmy, adducendo come motivazione le politiche dello stesso social riguardo l’incitamento all'odio.