Carlo Nordio, ex magistrato, commenta il caso Palamara a Porta a porta. Ospite in collegamento video dello studio di Bruno Vespa nella serata di mercoledì 3 giugno, l'ex procuratore aggiunto di Venezia dice di provare una "impressione di disgusto e pena" nei confronti del collega per quanto emerso dalle intercettazioni telefoniche che lo riguardano.

Un giudizio duro, quello di Nordio, rafforzato dalla rivelazione che, dalle chat tra magistrati intercettate, sia emerso anche un contatto tra Palamara e il pm di Agrigento, Luigi Patronaggio, che indaga su Matteo Salvini.

Nordio, però, si dice convinto che nel colloquio tra Palamara e Patronaggio non si sia parlato del leader della Lega.

Carlo Nordio ospite di Bruno Vespa per parlare del caso Palamara

"Dottor Nordio, lei che è stato una vita in magistratura, che impressione le ha fatto l'intervista di Palamara?", domanda Bruno Vespa al suo ospite subito dopo aver intervistato Luca Palamara. "Posso dire che l'impressione di disgusto per quello che è emerso è stata in realtà poi sostituita da una impressione di pena. E per certi aspetti anche di compassione", risponde deciso l'ex magistrato.

Secondo Nordio, infatti, il collega romano non è certo l'unico membro di un sistema che lui stesso ha contribuito a creare: quello delle correnti in magistratura.

Nordio si dice convinto che, se gli inquirenti avessero intercettato lo smartphone di qualsiasi altro suo collega con "incarichi correntizi" avrebbero scoperto più o meno le stesse cose.

Il riferimento di Nordio ai contatti tra Palamara e Patronaggio

Insomma, Carlo Nordio afferma di aver denunciato il sistema delle correnti da circa 20 anni, ma nessuno ha mai fatto niente per correggerlo perché, aggiunge, "è un giocattolo che l'Anm - l'Associazione nazionale magistrati - vuole mantenere perché conferisce loro potere".

Ad ogni modo, l'elemento "quasi sacrilego", che sarebbe emerso dalle intercettazioni di Palamara, sarebbe il suo "contatto esteso addirittura al pm che indaga su Matteo Salvini".

Il suo riferimento è al magistrato di Agrigento Luigi Patronaggio. "Ora - mette però le mani avanti Nordio - io non penso minimamente che in quel colloquio che è stato riportato dai giornali con il dottor Patronaggio, pm di Agrigento, si sia parlato di Salvini".

Ma la frase "bisogna attaccarlo" pronunciata da Palamara, messa insieme al "comportamento un po' stravagante" tenuto da Patronaggio sul caso Diciotti, lo inducono a ritenere che, se fosse lui l'imputato, come è il caso di Salvini, "mi domanderei sempre se il mio giudice abbia avuto dei contatti con il dottor Palamara".

L'ex magistrato favorevole al sorteggio per il Csm

"Se non si passa al sorteggio resterà tutto inevitabilmente come prima - aggiunge poi Carlo Nordio parlando del meccanismo di composizione del Csm - anche la formazione del collegio uninominale aggraverà il problema perché le correnti si spartiranno i posti, le sedi e le candidature, esattamente come nel 1994-1996 i partiti si spartirono i collegi uninominali con gli accordi di desistenza".

Insomma, secondo Nordio, "il sorteggio è l'unico modo". Modificare la Costituzione non sarebbe nemmeno un problema, visto che "non è il Vangelo". Ma, conclude l'ex toga, "se i padri costituenti risorgessero ora, sarebbero i primi ad essere disgustati del mal governo che questa parte malata della magistratura ha fatto della Costituzione".