Il Senato ha deciso che Matteo Salvini deve andare a processo per la vicenda Open Arms. L'ex magistrato Carlo Nordio, in un editoriale pubblicato dal Messaggero, ha analizzato gli sviluppi della vicenda, manifestando un punto di vista piuttosto critico nei confronti del premier, del suo governo e di chi ha votato a favore dell'autorizzazione a procedere nei confronti dell'ex ministro dell'Interno.
Nordio ricorda come sono andati dei casi analoghi
La vicenda Open Arms risale allo scorso agosto. Matteo Salvini, da ministro dell'Interno, portava avanti la Politica dei porti chiusi.
Questo ha determinato il fatto che l'imbarcazione Ong con a bordo oltre 100 migranti abbia vagato nel Mediterraneo per per quasi venti giorni. Una circostanza che gli è valsa un'indagine a carico e che ora lo porterà a processo. Non era la prima volta, considerato che in precedenza era stata la stessa assemblea di Palazzo Madama a votare contro l'eventuale procedimento legale. In quel caso, però, il leader della Lega era ministro e faceva parte della maggioranza con il suo schieramento politico. "Il Senato - evidenzia Nordio - ha negato la procedibilità, affermando che si trattava di un'insindacabile attività politica. Quello che gli induce perplessità è che, con lo stesso premier e solo con una maggioranza diversa, a distanza di poco tempo il Senato finisca per cambiare la sua posizione in merito a quanto accaduto.
Nordio manifesta dubbi su legittimità di alcune decisioni di Conte
Carlo Nordio, da giurista, porta esempi che sembrano mettere in discussione la fondatezza del capo d'accusa rivolto a Salvini, ossia il sequestro di persona. Ricorda, ad esempio, come su fatti analoghi la procura di Catania abbia già chiesto l'archiviazione. Secondo Nordio tenere a bordo di una nave decine di migranti potrebbe essere un'azione che potrebbe finire in conflitto con la solidarietà cristiana, ma che può essere equiparato ad un'altra vicenda verificatasi negli ultimi tempi: il lockdown.
Nordio mette addirittura le cose sullo stesso piano. "Conte - scrive l'ex pm - ha tenuto segregato in casa per mesi 60 milioni di italiani, talvolta in condizioni analoghe a quelle dei migranti". Tra l'altro ricorda come la compressione dei diritti costituzionali sarebbe dovuta avvenire sotto continuo controllo del Parlamento e, invece, è stata varata solo quelli che definisce "provvedimenti amministrativi".
Circostanze che lo portano addirittura a dubitare sulla legittimità delle decisioni. "Abbiamo sopportato - ha proseguito Nordio - perché eravamo impauriti è disorientati". Il punto di vista di Carlo Nordio sulla condotta del governo sembra piuttosto chiaro.