Alessandro Sallusti torna a parlare di Giuseppe Conte. Il giornalista, in un editoriale, sottolinea come, al momento, il presidente del Consiglio stia mettendo in discussione provvedimenti che hanno contraddistinto la prima fase della sua presidenza. Un presupposto che diventa la base per un punto di vista critico che da tempo contraddistingue il direttore nel giudizio sull’attuale capo del governo.

Reddito di cittadinanza e Quota 100 citati da Sallusti

Il reddito di cittadinanza può essere considerato uno dei provvedimenti "bandiera" del Movimento 5 Stelle.

Si è trattato di una misura fortemente voluta dal primo governo presieduto da Giuseppe Conte. Quello che, per intendersi, era sostenuto dai grillini e dalla Lega. Nel mirino di Alessandro Sallusti finiscono le manifestazioni del pensiero del premier secondo cui i meccanismi del sussidio andrebbero cambiati per evitare abusi e furbizie. “A proposito di furbi: senti chi parla” evidenzia il giornalista. “Conte quella legge la firmò con entusiasmo e non credo l’abbia fatto per convinzione, ma per semplice entusiasmo- afferma il giornalista- Era il prezzo che doveva pagare per restare premier”.

Parole da cui filtra una ricostruzione secondo cui l'allora numero uno del governo firmò quel provvedimento con l'unico obiettivo di mantenere la sua leadership.

Occorre, però, precisare che quell'esecutivo venne messo in piedi basandosi su un "contratto" che, tra i provvedimenti previsti, prevedeva proprio il reddito di cittadinanza. Conte, tra l'altro, più volte si professò garante di quell'accordo politico.

Quota 100 andrà e Decreti Sicurezza, Sallusti critica ancora Conte

Come è noto Quota 100 andrà in esaurimento nel 2022.

Si tratta della misura opzionale e sperimentale con cui Lega e Movimento 5 Stelle individuavano una soluzione per rendere meno stringenti i paletti della legge Fornero per andare in pensione. Lo stesso Giuseppe Conte nei giorni scorsi ha annunciato che il triennio di attuazione corrisponderà alla fine della misura. Una scadenza già fissata, ma per la quale forse Sallusti si aspettava quantomeno un tentativo di proroga da parte del premier che l’aveva avallata.

Discorso che si aggiunge a quello relativo ai decreti Sicurezza, voluti da Salvini e risalenti sempre al periodo del primo governo capeggiato dall’avvocato pugliese. “Conte - evidenzia il direttore de Il Giornale – non c’era, e se c’era o dormiva o non capiva”.

“Così – aggiunge il giornalista – così sarà sul Recovery Fund, un giorno in un modo, il seguente in un altro e sempre nella speranza che alla fine il destino imbocchi la strada a lui favorevole”