Myrta Merlino torna a parlare di coronavirus su La 7. Lo fa non da conduttrice della sua trasmissione L'aria che tira, ma da ospite di Giovanni Floris a DiMartedì. Nel corso della puntata ha espresso un punto di vista piuttosto critico sul fatto che, al momento, questo ottobre stia assumendo sempre più le sembianze di marzo. Chiaro il riferimento al fatto che, nonostante i mesi estivi dovessero servire come preparazione a una potenziale nuova emergenza, oggi ci si trovi in una situazione in cui ci sia una certa ansia per il futuro. Le nuove restrizioni che sono nell'aria sembrano confermare la sensazione che c'è apprensione per un possibile e e vicino affanno per la ricettività sanitaria e delle terapie intensive.

Per certi versi sembra di respirare la stessa atmosfera di qualche mese fa, quando si iniziava a comprendere che la diffusione del virus avrebbe potuto rendere la situazione molto complicata. E Myrta Merlino non ci sta. "Ottobre- ha detto - non può essere come marzo. Se ottobre è come marzo non sono più un italiano diligente che sta a casa e canta sul balcone, sono un italiano inca... nero".

Coronavirus: seconda ondata ormai arrivata

Il bollettino dei contagi ormai parla chiaro. Ogni giorno in Italia si registrano migliaia di nuovi casi di coronavirus. Molti sono asintomatici e la progressione porta comunque centinaia di persone a essere ricoverate nei reparti Covid o in terapia intensiva. Proprio per questo settore c'è il rischio che l'aumento lineare, sperando non diventi esponenziale, alla lunga possa rendere difficoltoso curare tutti al meglio.

In sostanza si ha il timore che si possa concretizzare una situazione analoga a quella che aveva riguardato la Lombardia e che oggi potrebbe interessare più territori e non solo il Nord. Da più parti oggi si sottolinea come la tregua estiva avrebbe dovuto rappresentare il margine temporale per innescare meccanismi che permettessero di fronteggiare meglio l'epidemia sia dal punto di vista epidemiologico che sotto il profilo ospedaliero.

Ed è quello che ha lasciato intendere Myrta Merlino nel confronto con Pierpaolo Sileri, Ministro della Salute.

DiMartedì: Myrta Merlino pone diversi interrogativi su quanto accaduto

Nel corso di DiMartedì Myrta Merlino si è fatta portavoce delle sensazioni di chi ritiene che oggi bisognasse essere più "pronti". Prima, però, ha affidato il suo pensiero ad una premessa: "Non è ancora il momento di parlare di colpe perché non interessa nessuno.

Ma è il momento di parlare di responsabilità, di catene della responsabilità". "Nella mia Campania - ha proseguito - al Cotugno sono praticamente già finiti i posti in terapia intensiva".

A suo avviso le riaperture delle scuole, il ritorno a lavoro di tante persone e le grandi folle sui trasporti avrebbero richiesto risposte preventive di altro tipo. "Perché siamo arrivati - ha incalzato - ad un ottobre che somiglia a marzo? Francamente non lo capisco".