Il nuovo dpcm del 7 ottobre parla di obbligo di indossare la mascherina. Una regola che vale sempre, a meno che non ci si trovi isolati. Presto, però, arriverà un nuovo decreto che potrebbe disciplinare altre situazioni del quotidiano. Il ministro per gli affari Regionali Francesco Boccia, ai microfoni del Corriere della Sera, ha fatto il punto della situazione sulla situazione Coronavirus. Nella circostanza ha palesato la necessità di restare in guardia verso l'innalzamento dei contagi. In vista del nuovo dpcm del 15 ottobre ha sottolineato che su una possibile chiusura anticipata dei locali potrebbero esserci delle interlocuzioni.

Coronavirus: situazione non drammatica in terapia intensiva

Francesco Boccia nel corso della sua intervista offre dati che possono essere importanti. Non è un mistero che le misure contenitive servano per ostacolare il diffondere del contagio ed evitare che le strutture ospedaliere finiscano per saturarsi. Il timore è che soprattutto che le terapie intensive diventino poche, non dimenticando come a marzo ed aprile si fosse palesato un rischio di questo tipo. Oggi la situazione è diversa. "I numeri - spiega Boccia - sono abbondantemente sotto controllo. Abbiamo 337 posti in terapia intensiva e 6700 posti disponibili che, in caso di necessità, possono estendersi fino a 10.000, perché i ventilatori ci sono".

Nuovo Dpcm: intrlocuzioni in corso, lockdown scongiurato se Ssn tiene

Ci sarà un nuovo Dpcm il prossimo 15 ottobre. L'avanzare del contagio potrebbe spingere il governo su input del Comitato Tecnico Scientifico a limitare le situazioni che potrebbero favorire le infezioni. Da tempo, in particolare, è finita sotto la lente d'ingrandimento la movida.

Non a caso si era parlato della possibilità che per i locali maggiormente frequentati di sera e di notte si potesse stabilire una chiusura anticipata. "Non abbiamo - rivela Boccia - affrontato il tema degli orari. Il nodo è rispettare le distanze, chi non lo fa commette una irregolarità". Rispetto all'ipotesi che su un'eventualità del genere non ci sia accordo, il ministro evidenzia: "Abbiamo tempo fino al 15 per il nuovo Dpcm, ci confronteremo con le regioni su tutte le misure che servono per proteggere la salute degli italiani".La paura un po' di tutti è che all'orizzonte possa profilarsi un nuovo lockdown.

"Il nodo - puntualizza Boccia - è il sistema sanitario. Il nostro sta reggendo. Siamo con i motori al massimo, stiamo consentendo al Paese di vivere con il Covid che circola e con dieci milioni di persone che ogni mattina dalle 7 alle 8 si mettono in movimento".

Alle regioni resta ovviamente l'opportunità di rendere ancora più stringenti le eventuali misure volute dal governo.