Coronavirus, la seconda ondata e i lockdown. Sono alcuni tra i temi affrontai dal ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia nell’ambito di una lunga intervista a Repubblica. Dalle parole dell’esponente del governo è emerso come lo scenario che si sta delineando fossi quasi atteso e si metteranno in campo strategie opportune a frenare la diffusione del Sars-Cov2.

Seconda ondata coronavirus era attesa

Il bollettino coronavirus dell’1 e del 2 ottobre ha segnalato come l’Italia abbia registrato nel complesso quasi cinquemila positivi. La maggior parte sono asintomatici, ma la diffusione del Sars-Cov2 sta subendo un’impennata che potrebbe mettere a rischio le fasce di popolazione più fragili.

“Abbiamo - ha spiegato Francesco Boccia - mantenuto sempre una linea di estrema prudenza. Ci aspettavamo l'aumento dei contagi e l’abbiamo detto”. Dalle parole del ministro si evince come la situazione non sia ancora tale da far scattare l’allarme. Utilizzando una metafora dalla segnaletica stradale l’esponente del governo ha spiegato come si sia ancora giunti al semaforo rosso, ma è scattato i giallo.

Boccia non dice totalmente 'no' a possibili lockdown

Da tempo si prefigurava un futuro dove sarebbe potuta arrivare una seconda ondata. Una conseguenza dell’abbassamento delle temperature, della ripresa delle attività produttive e della riapertura delle scuole. Quando gli si chiedono se questo è il momento in cui si può dire sia davvero arrivata Boccia dice in maniera inequivocabile di “Sì”.

“L’epidemia - ha spiegato - non è un numero, né un algoritmo ma una tendenza. Il trend è al rialzo costante in ogni parte del mondo e adesso anche da noi”. Il ministro ha inoltre spiegato che la proroga dello stato d’emergenza è il frutto della mera constatazione della tendenza dei numeri relativi al contagio. “Il virus corre e noi non possiamo stare indietro”.

Una larga diffusione del virus aumenta la possibilità che si infettino persone che potrebbero subire le conseguenze peggiori. A quel punto potrebbero essere migliaia le persone destinate a finire in ospedale e a richiedere un posto in terapia intensiva. L’obiettivo è ovviamente fare in modo di restare lontani dal punto di saturazione delle strutture ospedaliere. Oggi il sistema sanitario ha ampliato la propria capacità ricettiva in previsione di un’emergenza e il personale sa meglio come trattare i pazienti affetti da Covid.

Il rischio è che, però, possano servire ulteriori lockdown qualora i dati raccontino di un rischio elevato di grandi numeri.

Lo si evince dalle parole di Boccia. Nel corso dell'intervista gli viene chiesto se, ad oggi, si può escludere la possibilità di un nuovo lockdown. Al quesito il ministro risponde con un ragionamento articolato. “Il governo sta studiando misure che alzino il livello di attenzione e precauzione. Speriamo che possano servire a contenere l’ondata”.

Il monito però è stato chiaro. “Se si dovessero - ha puntualizzato Francesco Boccia - riempire gli ospedali potrebbero tornare le limitazioni alla libertà personale, magari in zone ben determinate e non generalizzando”.