L'intervista di Giuseppe Conte a Otto e mezzo fa ancora notizia. Da una parte c'è la conduttrice Lilli Gruber che, a ventiquattro ore di distanza, svela alcuni retroscena legati all'intervista. Dall'altra c'è Maurizio Costanzo che punta la sua lente di ingrandimento su quello che sarebbe stato l'atteggiamento della giornalista nei confronti del Presidente del Consiglio rispetto a quello tenuto nei confronti di altri esponenti della Politica. I nomi fatti sono quelli di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Otto e mezzo: l'intervista al premier fa ancora notizia
Tuttavia, al di là della valutazione soggettiva dell'atteggiamento, non sono mancate domande pungenti da parte di Lilli Gruber. C'è stato, ad esempio, un passaggio in cui in maniera provocatoria ha chiesto a Giuseppe Conte come spiegherà agli italiani che forse gli aiuti del Recovery Fund non arriveranno mai. Uno scenario che, naturalmente, cozzerebbe in maniera forte con l'auspicio e la strategia che il governo vuole mettere in campo per superare gli effetti della crisi economica. Al quesito il premier ha risposto sottolineando l'eccessivo pessimismo della sua interlocutrice. Quest'ultima ha ribattuto di essere semplicemente realista, sulla base del grande numero di intenti di cui si deve trovare unità nei ventisette paesi dell'Unione Europea.
Il giorno dopo il confronto, quasi volendo dare l'onore delle armi al premier, Lilli Gruber ha rivelato un retroscena importante: "Non ha chiesto le domande": Il riferimento è al fatto che, in alcuni casi, potrebbero esserci ospiti che chiedono in anticipo i temi da trattare per non farsi trovare impreparati. "Per cinquanta minuti - ha ammesso Lilli Gruber.
comunque ha risposto a tante domande, è ovvio che lui difendesse la sua ricetta anche nella battaglia contro la pandemia".
Maurizio Costanzo cosa ha visto nell'intervista della Gruber a Conte
La linea di Lilli Gruber non è stata morbida, ma secondo Maurizio Costanzo non è stata quantomeno dura quanto quella mostrata in altre circostanze.
Lo ha spiegato, rispondendo a domanda precisa, nel corso della trasmissione social "Casa Chi" prodotta dal giornale diretto da Alfonso Signorini. "Ho visto - ha rivelato - poco, però erano due persone composte. Sembrava un tè presso al Caffè Aragno in via Condotti a Roma".
Un pensiero che, in maniera sottile, vuol forse far credere che non è stato fatto abbastanza per far sentire a poco a suo agio il premier. Una deduzione che si acuisce quando fa il paragone con altre circostanze dove la tensione è stata più tangibile. "Se va Salvini - puntualizza il giornalista - succede l'inferno. Se va la Meloni... vabbè. Andato Conte, tutto in punta di forchetta".