Roberto Saviano non è più cittadino onorario di Verona. Lo scrittore campano, autore tra gli altri del romanzo Gomorra, era stato insignito dell’onorificenza nel 2008. Ora, però, dopo la mozione presentata dal consigliere comunale leghista, Alberto Zelger, passata con 20 voti a favore, sette contrari e un astenuto, il suo nome non comparirà più tra quelli dei cittadini della città scaligera. Saviano paga molto probabilmente per alcune dichiarazioni provocatorie rilasciate in favore della legalizzazione delle droghe, ma soprattutto per aver criticato aspramente sull’immigrazione Matteo Salvini e Giorgia Meloni, rispettivamente leader di Lega e Fratelli d’Italia.
Il consiglio comunale di Verona evidentemente non glielo ha perdonato e Zelger lo accusa addirittura di “delirio egocentrico”.
Il consiglio comunale di Verona revoca la cittadinanza onoraria a Roberto Saviano
A sancire la revoca della cittadinanza onoraria concessa nel 2008 a Roberto Saviano è stato un voto del consiglio comunale della città veneta guidato dal centrodestra. Venti i voti a favore (Lega e Fratelli d’Italia), sette i contrari e un astenuto rispetto alla mozione presentata dal consigliere del Carroccio Zelger. E così, dopo 12 anni, Saviano paga per i suoi ripetuti attacchi contro Salvini e Meloni, soprattutto in materia di immigrazione e legalizzazione delle droghe leggere, ma anche della cocaina.
“La cocaina andrebbe legalizzata - ha dichiarato nel 2019 lo scrittore - solo così si bloccherebbero i pozzi di petrolio delle organizzazioni criminali. La legalizzazione trasformerebbe l'economia mondiale”. Sempre nello stesso anno, riferendosi all’emergenza immigrazione e ai processi contro Matteo Salvini, aveva commentato: “Il suo destino è il carcere”.
Il consigliere leghista critica Saviano: ‘Personaggio provocatorio’
Posizioni ritenute evidentemente "scomode" dai membri di centrodestra del consiglio comunale veronese. Il più duro è proprio Alberto Zelger che, pur riconoscendo il suo impegno contro la camorra, non gli perdona il fatto di essere diventato un “personaggio provocatorio” che non ha rispetto dei suoi avversari politici.
Insomma, secondo l’esponente leghista, Saviano soffrirebbe di “delirio egocentrico” che lo porterebbe a criticare “rappresentanti del popolo” la cui sola colpa sarebbe quella di “avere un’opinione diversa dalla sua” su temi come immigrazione e legalizzazione delle droghe.
Critiche allo scrittore anche da Fratelli d’Italia: ‘Escalation imbarazzante’
A rincarare la dose contro Roberto Saviano è anche il consigliere di Fratelli d’Italia Ciro Maschio, presidente del Consiglio comunale di Verona e anche parlamentare del partito di Giorgia Meloni. Maschio ammette di aver appoggiato nel 2008 la concessione della cittadinanza onoraria allo scrittore. Negli anni successivi, però, Saviano non avrebbe avuto “nessun rapporto” con la città.
Mentre, invece, questa l’accusa, i cittadini veronesi avrebbero assistito a una “escalation imbarazzante” di dichiarazioni, condite da una “serie di offese” contro esponenti politici con idee diverse dalle sue. Insomma, conclude l’esponente di Fdi, Roberto Saviano “non è più un simbolo della lotta alla mafia, ma un commentatore politico”.