Le urgenze sul tavolo di Draghi: dallo sblocco ai licenziamenti al reddito di cittadinanza. Il Premier incaricato Mario Draghi troverà al suo arrivo a Palazzo Chigi una serie di dossier di altissima importanza per l’assetto economico e sociale del paese. Il 31 marzo è prevista la fine delle misure emergenziali e ciò comporterà, in primo luogo, la fine dello stop ai licenziamenti per motivi economici, il che comporterà molto probabilmente una primavera calda sul fronte del lavoro. L’anno appena trascorso si è chiuso, come c'era da aspettarsi, con 440 mila posti di lavoro in meno, con le assunzioni nuove ferme al palo e un calo drastico dei contratti a termine.

Secondo la Uil, ci sarebbe "un potenziale di circa 2 milioni di persone che potrebbe perdere il posto di lavoro nei prossimi mesi".

Dal 31 marzo sarà possibile licenziare per motivi economici: dossier lavoro sul tavolo di Mario Draghi

Fino al 31 marzo le imprese non hanno potuto procedere al licenziamento per motivi economici grazie allo stop imposto dal governo dal 17 marzo 2020. In uno scenario simile, dal 31 marzo si proporrà al governo la questione lavoro in tutta la sua gravità, con la possibilità delle aziende, ancora in difficoltà, di licenziare i dipendenti, e con la necessità di varare provvedimenti lasciati in sospeso dal precedente esecutivo, come ad esempio quelli relativi alla riforma degli ammortizzatori sociali, Naspi e Ape.

L’assegno di ricollocazione è l’oggetto di attenzione di lavoratori e famiglie, dopo l’estensione operata da parte del precedente esecutivo a chi già in Naspi da oltre quattro mesi, ai cassaintegrati e dipendenti di aziende in ristrutturazione o in caso di fine attività. Il nascente governo Draghi dovrà decidere se sbloccare la proroga della Cig Covid e i fondi previsti dal Dl Ristori, poi rimasti al palo a causa della crisi di governo, che avrebbe previsto un assegno fino a 26 settimane e un 1,5 miliardo per assicurare agli autonomi un “anno bianco” contributivo.

Questione reddito di cittadinanza e navigator

Altro possibile dossier bollente sul tavolo del governo Draghi è quello relativo al reddito di cittadinanza, uno dei terreni di scontro su cui si è consumata l’ultima e decisiva crisi di governo, con IV che ne aveva chiesto il blocco totale. Il reddito di cittadinanza avrebbe, secondo la contestazione anche di Renzi, fallito come strumento di Politica attiva del lavoro, oltre che come sostegno e assistenza in funzione anti – povertà, ma che non sembrerebbe aver sortito gli effetti sperati.

Collegata alle sorti del reddito è quella dei navigator, il Governo Draghi, infatti, dovrà decidere del ruolo in futuro dei circa 2700 navigator il cui contratto è in scadenza ad aprile, e il cui ruolo all’interno del mondo del lavoro non è mai stato chiarito. Resta da capire quale sarà l’intenzione del nuovo esecutivo in merito, visto che tra le forze politiche in Parlamento solo il M5S ne chiede la proroga.