I Viaggi nell’Unione europea sono consentiti anche durante le vacanza di Pasqua, ma con delle limitazioni. La possibilità di recarsi in vacanza in uno dei paesi della Ue, prevista dall’ultimo decreto del governo Draghi, sta facendo molto discutere. Albergatori e ristoratori sono sul piede di guerra contro questa norma che, a loro dire, rischia di mandarli definitivamente al tappeto. Perché in piena emergenza Coronavirus si può ad esempio andare tranquillamente nell’isola di Maiorca, in Spagna, mentre in Italia non ci si può spostare nemmeno in un’altra Regione?

Ci si chiede. Di fronte alla protesta montante, il governo decide di intervenire. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, firma un’ordinanza che impone il tampone in partenza e in arrivo e l’obbligo di quarantena di cinque giorni al rientro.

A Pasqua consentiti i viaggi in Ue ma non in Italia

Il ministero dell’Interno guidato da Luciana Lamorgese lo ha messo nero su bianco in una nota: è possibile ora, e lo sarà anche durante le vacanze di Pasqua, spostarsi da qualsiasi Regione italiana, anche se si trova in zona rossa, per raggiungere un aeroporto per andare in vacanza in uno dei Paesi dell’Unione europea. Bisognerà ovviamente tenere conto delle varie restrizioni imposte da diversi Paesi, ma la possibilità dei viaggi all’estero resta.

Anche se, in questo senso, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ci tiene a precisare che “sconsigliamo ai cittadini di andare all’estero”.

La protesta di Federalberghi: perché i viaggi all’estero sì e quelli in Italia no?

Il consiglio di Di Maio e le precisazioni di Lamorgese non fanno però recedere di un millimetro gli albergatori dalla loro protesta.

“Gli alberghi e tutto il sistema dell’ospitalità italiana sono fermi da mesi, a causa del divieto di spostarsi da una regione all’altra - si legge in una nota di Federalberghi - Non comprendiamo come sia possibile autorizzare i viaggi oltre confine e invece impedire quelli in Italia”. Gli albergatori, insomma, non riescono proprio a capire quale sia la motiviazione che ha portato a questo cortocircuito normativo.

L’ordinanza di Speranza: obbligo di tampone e quarantena

Il chiarimento del Viminale sul contenuto dell’ultimo Dpcm del 2 marzo è giunto dopo la richiesta arrivata dalla Associazione dei tour operator italiani (Astoi). Secondo la nota del ministero sono dunque “giustificati gli spostamenti finalizzati a raggiungere il luogo di partenza di questo tipo di viaggi”, ovvero quelli a scopo turistico. Restano ovviamente in vigore le restrizioni decise soprattutto da alcuni Paesi extra Ue. Chi torna dagli Usa o dalla Gran Bretagna, ad esempio, deve sottoporsi ad una quarantena di 14 giorni. Ma le polemiche non si placano e allora il ministro della Salute, Roberto Speranza, decide di firmare un’ordinanza con cui viene introdotto l’obbligo di effettuare il tampone sia all’andata che al ritorno dai viaggi all’estero, e anche quello di sottoporsi ad una quarantena di cinque giorni.