È il Partito democratico a svettare nella speciale classifica che riguarda i finanziamenti ricevuti tramite il 2 per mille; Lega e Fratelli d'Italia risultano essere invece secondo e terzo in questa graduatoria. Il Movimento 5 stelle - che ha fra le proprie fondamenta il rifiuto di ogni sorta di finanziamento ai partiti e quindi non accede al 2 per mille - risulta primo per quanto concerne le donazioni dirette. Questi sono i dati ricavati da recenti studi di Openpolis e di Transparency International Italia, riferito ai dati del 2020 in primis e costantemente aggiornati dalle due piattaforme.
Breve storia del finanziamento ai partiti
In passato la "legge Piccoli "del 1974 prevedeva il finanziamento dei gruppi parlamentari, i quali erogavano circa il 95% delle somme ai partiti di appartenenza.
Pensata appositamente per evitare scandali, essa fu poi modificata dopo il referendum del 1993 promosso dai Radicali e da Mario Segni che, con la vittoria del Sì, abolì il finanziamento ai partiti tramite i gruppi parlamentari. I finanziamenti per la campagna elettorale invece, non subirono alcun contraccolpo e dopo vari tentativi di aumentare e ridurre i rimborsi elettorali, si arrivò a una svolta definitiva voluta dal Governo Letta fra il 2013 e il 2014.
Si arrivò così all'introduzione del 2×1000, uno strumento che, attraverso la dichiarazione dei redditi, permette ai contribuenti di destinare una quota di Irpef (lo 0,2%, cioè appunto il cosiddetto 2×1000) a un partito anziché allo stato.
L'introduzione del 2 per mille
Dopo l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, gli stessi si sono organizzati in diversi modi per finanziare le proprie attività con strumenti differenti, non meno trasparenti.
Il finanziamento pubblico ai partiti è stato formalmente abolito dal governo Letta con il dl 47/2013, poi convertito in legge dalla legge13/2014 e questo significa che tutti i partiti hanno dovuto ricorrere a nuove modalità per ottenere risorse per le proprie attività e in special modo per la campagna elettorale e visibilità.
Essi non possono ricevere finanziamenti da parte di organi della pubblica amministrazione e non si possono ricevere fondi in favore di un singolo partito politico per un valore superiore a 100.000 euro e ogni singolo partito è tenuto a pubblicare sul loro sito i propri bilanci entro il 15 luglio di ciascun anno.
Ma soprattutto la legge, ormai in vigore da sette anni, ha introdotto il 2×1000, uno strumento che, attraverso la dichiarazione dei redditi, permette a ogni singolo contribuente di destinare una quota di Irpef (lo 0,2%, cioè appunto il 2×1000) a un partito anziché allo stato.
I numeri attuali del 2 per mille ai partiti
L'andamento del 2 per mille ha avuto diverse evoluzioni nel corso di questi anni. Secondo uno studio di Openpolis, soffermandosi solo sull'ultimo anno, in termini di fondi raccolti, è stato il Partito democratico a intercettare la maggior parte del 2x1000: 7,4 milioni di euro nel 2020 (circa il 39% di quanto erogato nell'anno).
Seguono le due Leghe (formalmente la Lega Nord e la Lega Salvini Premier, due soggetti distinti in seguito alla svolta voluta da Matteo Salvini), con 3 milioni di euro complessivi (quasi il 16% dei fondi) e Fratelli d'Italia, con oltre 2 milioni di euro. In particolare - scrive Openpolis - negli ultimi anni il partito di Giorgia Meloni è cresciuto sia in termini di scelte (164 mila nel 2020 contro le 93mila del 2019 e le 55mila nel 2018) sia in termini di fondi erogati (2,2 milioni, ossia quasi il doppio dell'anno precedente).
Va precisato come il Movimento 5 Stelle - per propria scelta - non acceda al meccanismo del 2 per mille.
Le donazioni dirette ai partiti
Riguardo invece alle donazioni dirette ai partiti, secondo i dati raccolti dall’associazione Transparency International Italia, nel 2020 circa 21 milioni di euro sono stati donati a politici, partiti e associazioni politiche da parte di privati o di aziende, dato che rappresenta un calo complessivo di circa 6 milioni rispetto al 2019.
Al primo posto per donazioni raccolte c'è il Movimento 5 stelle, con quasi otto milioni di euro di contributi incassati. Al secondo e terzo posto ci sono rispettivamente la Lega con oltre sei milioni, e il Partito Democratico con due milioni di euro.