Torna di nuovo alle cronache un ormai vecchio tema politico: il finanziamento pubblico ai partiti. In teoria si dovrebbe andare verso la sua eliminazione, ma ieri alla Camera dei Deputati è stata approvata una legge che permette ai partiti di beneficiare di 45,5 milioni di euro saltando a piè pari il passaggio dei controlli sui bilanci. L'unica forza politica che si è opposta è il Movimento 5 Stelle, che ha scatenato una protesta in aula con tanto di lancio di banconote.

La legge approvata

Secondo quanto stabilito dal governo Letta, il finanziamento pubblico ai partiti dovrebbe essere una pratica in via d'estinzione: nel 2017 dovrebbe essere cancellato definitivamente.

Inoltre esiste una commissione che ha il compito di controllare i bilanci dei partiti per verificare come vengono spesi i soldi che i soggetti politici incassano dallo Stato. Questa commissione, all'inizio dell'estate, si era vista impossibilitata alle verifiche dei bilanci relativi agli anni 2013 e 2014, causando così il blocco di ulteriori finanziamenti statali ai partiti. Tale blocco era stato deciso dagli uffici di presidenza di Camera e Senato, che sono stati però completamente scavalcati dalla legge che è stata approvata ieri a Montecitorio. Con larghissima maggioranza infatti, la Camera ha approvato una legge che prevede che ai partiti (tranne che al Movimento 5 Stelle) vengano assegnati ben 45,5 milioni di euro, senza che venga effettuato nessun tipo di controllo sui bilanci.

Inoltre, sempre nella stessa legge, è contenuta una norma che prevede per i dipendenti dei partiti politici la cassa integrazione straordinaria. Firmatario della legge è il deputato del Pd Sergio Boccadutri, mentre l'emendamento incriminato è a firma di Teresa Piccione: un'inziativa tutta del Pd quindi, che ha trovato però largo appoggio in Parlamento.

L'unica forza politica ad opporsi infatti è stata il Movimento 5 Stelle, che ha reagito con forza all'approvazione della legge, lanciando banconote (finte, ovviamente) da 500 euro in aula.

Finanziamento pubblico sì, finanziamento pubblico no

Questo episodio fa tornare attuale un argomento che è stato molto discusso nel nostro Paese, ma sul quale non sembra che si possa arrivare ad una conclusione definitiva.

Non sembra infatti che i partiti siano molto convinti di seguire le regole che sono state stabilite dal governo Letta, che puntano all'abolizione definitiva del finanziamento pubblico ai partiti. Nemmeno lo stesso Pd, dopo i fatti di ieri, mostra di essere troppo d'accordo sull'abolizione di tale finanziamento. In effetti, solo il Movimento 5 Stelle sembra deciso a combattere perchè i partiti non ricevano più soldi dallo Stato, tutte le altre forze politiche seguono con piacere una linea, dettata dalla maggioranza, piuttosto ambigua in proposito. Probabilmente l'atteggiamento dei partiti deriva anche dal fatto che il finanziamento proveniente dai privati cittadini si è rivelato piuttosto esiguo, e dalle numerose polemiche derivate dalle famose cene del Pd per finanziare il partito i cui invitati sono rimasti avvolti nel mistero. Fatte tutte queste considerazioni, la domanda che viene spontaneo porsi è: il finanziamento pubblico ai partiti è stato fatto uscire dalla porta solo per essere fatto rientrare dalla finestra?