I sindacati militari hanno proclamato lo stato di agitazione sindacale nei confronti del governo. Il motivo è legato alla discussione sul disegno di legge Corda che punta a definire la normativa relativa ai diritti sindacali per i militari, e che attualmente è ancora in una fase di stallo.

Sono 17 le sigle sindacali militari che hanno aderito all'iniziativa e che si ritengono ignorate dal governo, e per questo motivo chiedono un confronto con la Politica allo scopo di discutere delle modifiche e della successiva approvazione della legge che garantirebbe il riconoscimento dei diritti sindacali al personale militare così come accaduto al personale della Polizia di Stato con la legge 121 del 1981.

I sindacati militari hanno aderito allo stato di agitazione dopo gli stati generali

Gli stati generali si sono tenuti il 13 e 14 luglio alla presenza di Assodipro e altre 17 sigle sindacali di carabinieri, guardia di finanza, marina, esercito e aeronautica. Nel corso del dibattito che ha chiamato in causa anche giuristi, parlamentari, sindacalisti e costituzionalisti, si è deciso di adottare la linea dura per chiedere il riconoscimento dei diritti sindacali del personale militare, così come già avviene per tutti gli altri lavoratori.

Le sigle sindacali che hanno aderito all'iniziativa di Assodipro sono: Silme Esercito, Nsc, Sinag, Scudo, Siam, Unarma Carabinieri, Silf, Silca, Silmm, Silma, Sinafi, Siamo Esercito, Assodipromil, Lrm, Usif, Assomil, Usmia, Sim Marina.

In cosa consiste la proclamazione dello stato di agitazione sindacale

Lo stato di agitazione sindacale è l'ultima soluzione che può adottare un sindacato quando una trattativa o un accordo tra le parti finisce in una fase di stallo.

Di solito viene adottato per convincere la controparte - in questo caso il governo - a riaprire le trattative per ascoltare maggiormente la parte sindacale.

Il disegno di legge 875 Corda ha deluso le aspettative dei sindacati dopo la sentenza 120/2018

Il disegno di legge presentato nel 2018 dal deputato del M5S Emanuela Corda avrebbe dovuto dare il via libera al riconoscimento dei diritti sindacali per i militari, ma da allora il Ddl è rimasto fermo in senato, all'esame della Commissione difesa.

I sindacati militari ritengono che il testo non rispetti le disposizioni derivanti dalla sentenza n.120/2018 della Corte Costituzionale, la quale prevede la rimozione del divieto di costituire associazioni sindacali da parte dei militari delle forze armate e di coloro che appartengono alle forze di polizia o ad ordinamento militare.

La decisione della Corte Costituzionale nel 2018 ha concesso ai militari un diritto che fino a quel momento gli era stato negato. Il disegno di legge Corda, invece, al momento non soddisfa il settore militare, soprattutto perché pare che il governo sia alquanto titubante nel modificare e approvare una legge che sarebbe fondamentale per assicurare al personale militare i diritti sindacali alla stregua degli altri lavoratori italiani.