A Mariupol, città ormai devastata dai violenti combattimenti fra l'esercito ucraino e quello russo, continua l'assedio dell'impianto siderurgico Azovstal, dove le forze di Kiev sono isolate da settimane. Nell'intricato labirinto di cui è fatta l'acciaieria ci sono le truppe del Battaglione Azov guidate da Denys Prokopenko, che continua a rifiutare la resa. Il battaglione Azov è un'unità della Guarda Nazionale dell'Ucraina che si è formata durante la Guerra del Donbass, e attualmente è impiegata nella difesa di Mariupol dall'attacco delle truppe russe.
I soldati ucraini rifiutano ancora la resa
Per giorni il comandante Denys Prokopenko, tenente colonnello della Guardia Nazionale dell'Ucraina a capo del Battaglione Azov, ha continuato a rifiutare la richiesta di resa avanzata dalle truppe russe. Precedentemente aveva dichiarato: “Sono orgoglioso dei miei soldati, che stanno compiendo sforzi sovraumani per resistere alla pressione del nemico. La situazione è estremamente difficile.” La moglie, Kateryna Prokopenko, nei giorni scorsi ha riferito che “i combattenti non si arrenderanno, e attendono solo un miracolo”. Gli ultimi contatti fra i due sarebbero avvenuti martedì, quando l'ufficiale le avrebbe lasciato intendere che per lui e i suoi uomini potrebbe non esserci alcuna via d'uscita.
Lo stallo all'Azovstal continua
L'impianto siderurgico Azovstal, dove va le truppe russe stanno portando avanti l'assedio contro quelle ucraine e centinaia di civili, ha sede nella città di Mariupol, ed è attivo dal 1933. Dalle ultime settimane di aprile le truppe del Battaglione Azov e di alcuni reggimenti di marines ucraini vi si sono rifugiate in seguito alla presa della città da parte dei russi [VIDEO], trasformandolo in una vera e propria fortezza di metallo e cemento.
La complessità del vasto terreno di scontro (che copre all'incirca undici chilometri quadrati) e l'occupazione della città hanno - per ora - costretto le truppe russe all'assedio, scongiurando un sanguinoso tentativo d'assalto. All'interno dell'impianto sarebbero tuttavia presenti ancora centinaia di civili, la cui evacuazione procede a rilento.
Ieri pomeriggio, com'è stato riportato dalla BBC, le truppe ucraine avrebbero nuovamente accusato i russi di aver sparato durante un cessate il fuoco finalizzato all'evacuazione, colpendo un'automobile che si stava avvicinando ad un gruppo di civili per prelevarli. Il 3 maggio, era stata invece segnalata la morte di due donne civili, rimaste uccise durante un attacco.