Il prossimo 25 settembre gli elettori italiani saranno chiamati alle urne alle Elezioni politiche per il rinnovamento del Parlamento.
Sono due le principali novità di queste elezioni politiche rispetto alle precedenti (del 2018): la riduzione del numero dei parlamentari che da 945 unità passeranno a 600 e chi ha compiuto diciotto anni potrà votare per il Senato (prima bisognava attendere il raggiungimento del venticinquesimo anno di età).
Come nella precedente tornata elettorale, si voterà con la legge Rosato, nota anche come Rosatellum (dal nome dell'ideatore, Ettore Rosato), che prevede un sistema elettorale misto, in cui circa un terzo dei parlamentari sarà eletto con sistema maggioritario, mentre i restanti due terzi con sistema proporzionale.
Cosa significa 'sistema maggioritario'
Il territorio italiano è suddiviso contemporaneamente sia in collegi uninominali che in collegi plurinominali.
Nei collegi uninominali vige il sistema maggioritario, ossia, i partiti e le coalizioni di partiti devono presentare un unico candidato. Il candidato del partito o della coalizione che otterrà più voti (anche uno solo in più rispetto agli avversari) si aggiudicherà il seggio parlamentare messo a disposizione in quel collegio.
I collegi uninominali influiscono sull'assegnazione dei seggi per circa un terzo, in quanto mettono a disposizione 148 posti da deputato e 74 da senatore. Sono fondamentali perché non assegnano seggi ai partiti e alle coalizioni perdenti.
Dunque, in questi collegi diventa vitale per la vittoria la scelta di un candidato che possa aggregare un ampio consenso.
Il punto sul sistema proporzionale
Nei collegi plurinominali vige il sistema proporzionale, ovvero, i partiti e le coalizioni di partiti presentano ciascuno una lista bloccata di candidati, che verranno eletti in modo proporzionale ai voti ricevuti.
Le liste devono essere composte da un numero minimo di due a un numero massimo di quattro candidati. Nella loro composizione non devono eccedere oltre il 60% in favore di un genere, e devono rispettare l'alternanza di genere (uomo-donna e viceversa). Essendo liste bloccate, i candidati verranno eletti in base all'ordine in cui sono stati collocati.
Un singolo candidato può presentarsi in un collegio uninominale e in massimo cinque collegi plurinominali. Le candidature multiple nei fatti servono o per tutelare qualche "big" da un'eventuale bocciatura o per consentire a un personaggio forte (in genere il leader) di trascinare il partito nei collegi a rischio.
Il sistema proporzionale prevede l'elezione di 244 deputati e di 122 senatori, quindi, influirà per circa i due terzi sulla composizione del futuro Parlamento. Essi saranno eletti proporzionalmente in base ai voti ricevuti da ciascun partito. Le liste per poter eleggere i propri candidati devono superare la soglia di sbarramento del 3%, mentre le coalizioni quella del 10%.