Un problema che si ripresenta ciclicamente, quello dell'emergenza abitativa a Roma. Le liste d'attesa sono esorbitanti: si parla di circa 23mila cittadini che aspettano di vedersi assegnato un alloggio a fronte delle mille abitazioni rilasciate ogni anno. Queste ultime, purtroppo, o non vengono riutilizzate immediatamente oppure manca la totale trasparenzadei criteri di assegnazione. La gestione delle case popolari non è bene regolata e pesa moltissimo sulle tasche dei cittadini; il Comune e la Regione non fanno altro che rimbalzare la patata bollente gli uni con gli altri.

L'occupazione è uno stato di necessità

Le domande di assegnazione degli stabili sono ferme al 2012 e quindi torna lo spettro dell'occupazione abusiva:le lungaggini burocratiche, la poca trasparenza nelle assegnazioni aumentano i casi di coloro che ne ricorrono, che usano come albi proprio questi aspetti. Per usufruire del Bonus casa o altro alloggio pubblico, bisogna prima seguire una serie di indicazioni e riempire molti moduli, successivamente si finisce in graduatorie, che però non sono tutte convenienti nello stesso bacino: questo crea liste duplicate e aumento dei tempi, i cittadini sono in attesa da più di quattro anni dalla presentazione della domanda.

Mancanza di controlli e morosità

Il buco nero nell'assegnazione degli alloggi sta proprio nella totale assenza di controlli e nel mancato recupero delle morosità pregresse.

Le irregolarità il più delle volte sono oggetto di assegnazioni non trasparenti ma soprattutto di canoni d'affitto stracciati. L'emergenza abitativa della capitale sarà uno dei prossimi temi caldi per il futuro sindaco di Roma che verrà eletto nelle prossime elezioni amministrative del 5 giugno 2016. Il sistema delle assegnazione delle abitazioni del patrimonio pubblico andrebbe rivoluzionato, creando un serbatoio unico dove raggruppare tutte le richieste a valle di una scrematura dei duplicati, una volta incrociati i dati e stabilita una nuova graduatoria, andrebbero mappati gli edifici e attraverso un'attenta valutazione tra requisiti e necessità, assegnare a coloro ai quali spetta di diritto l'alloggio.

Questa organizzazione permetterebbe di conoscere quello che è realmente il fabbisogno totale e inoltre ridurrebbe il fenomeno dell'abusivismo.

CASE A RISCATTO E MISURE PER EMERGENZA ALLOGGIATIVA

L’emergenza alloggiativa può e deve essere superata. La casa non può essere un privilegio. È necessario trovare soluzioni adeguate che diano risposte concrete e durature, non volte esclusivamente a gestire il momento rimandando il problema che prontamente si ripropone a distanza di qualche mese o di qualche isolato. Risposte in grado di tutelare la dignità delle persone, iniziando dai cittadini che da anni attendono, purtroppo vanamente, di ottenere un alloggio dalle istituzioni. Sono convinta che una gestione sana del patrimonio comunale possa consentire di assegnare mille alloggi all’anno a chi è in graduatoria e ha diritto alla casa, invece delle attuali cento assegnazioni l’anno. Il mio programma per l’emergenza casa prevede che siano venduti alle famiglie in regola che li abitano 30.000 alloggi comunali: almeno il 90% di loro è pronto ad acquistarle, chi non può farlo resterà tranquillamente al suo posto. Con i soldi incassati e con quelli risparmiati dalle manutenzioni saranno costruiti nuovi alloggi o direttamente comprati sul mercato. Ci sono quindi le condizioni ideali per reperire le case che mancano per dare alle migliaia di famiglie in difficoltà il tetto che meritano. E lo farò privilegiando il meccanismo della “casa a riscatto”: chi paga regolarmente l’affitto e ne cura la manutenzione, acquista gradualmente la proprietà, fino a riscattarla al termine del percorso.