Roma, viale Ippocrate, ore 14.Un giorno come tanti, anzi un po' diverso perché è venerdì, ci si avvicina al week-end e quindi le strade si preparano a ospitare gente felice di uscire, di percorrerle.Grande città Roma, non Città del Messico, non Tokyo, ma grande,popolosa,ricca di attività commerciali e di rifiuti.Tanti rifiuti, montagne che ricoprono i bordi di strade malconce.Capita allora di imbattersi nel cartello affisso da una disperata negoziante di viale Ippocrate che da giorni segnala un cassonetto, stracolmo e continuamente riempito senza alcuna attenzione.Con chi prendersela?

Con i servizi di nettezza urbana che non vogliono/possono adempiereal proprio dovere, con un sindaco che dice di voler cambiare tutto, con il malcostume di personeabituate a trattare la città come qualcosa di molto diverso dalla propria casa?

Lasignora, sporgendosi dall'uscio del proprio negozio, spiega ai passanti attoniti:"Sono tre giorni che denuncio questo schifo. C'è chi come voi si indigna e chi continua a buttare roba a caso."

Storie di ordinaria incuria

I cassonetti della capitale traboccano e sono dominati da gabbiani presenti nella capitale più che in una striscia di Corto Maltese. Con il becco sporco guardano le persone, quasi fossero sazi del loro gozzovigliare tra i rifiuti.

C'è chi differenzia e sta attento alla pulizia della città e chi la tratta come il luogo in cui sfogare un abbrutimento depressivo personale che diventa, ingenerosamente, collettivo.

Da pochi giorni la giunta Raggi si è dotata di un assessore al bilancio, ma già i conti non tornano. La città è sporca, trascurata; chi dovrebbe o potrebbe intervenire è senza mezzi e quindi alcuni compiti pubblici vengono demandati all'amor proprio di un privato che può essere un negoziante, una portiera, un passante non dimentico di un originario senso civico.

Forse il week-end servirà arisolvere l'imbarazzante disservizio di viale Ippocrate, ma tante sono le strade cittadine che già da domani saranno sporchissime. E non solo per problematiche legate alle discariche, alle società comunali e regionali, alle varie diramazioni dello Stato; saranno sporchissime perché è sporco e ormai consumato il ricordo di una vivibilità agognata.

Pensando a Berlino, a Barcellona o anche alla vicina Milano. Questo sembra fare male a tutti, ma uno dei più grandi amici del male è l'assuefazione.