Ieri mattina, un timido sole illuminava il litorale laziale, prima che una nube nera si innalzasse. Un incendio, divampato in uno stabilimento di Pomezia, ha provocato la fuoriuscita di densi fumi, che si sono sparsi velocemente nel cielo sopra Roma. A bruciare sono i materiali presenti all’interno del capannone e nel piazzale ad esso antistante: plastica soprattutto, ma anche carta e ferro. Si indaga ancora sull’eventuale presenza di amianto: è possibile, infatti, che i tetti del magazzino, come molti altri, tuttora, in Italia, fossero ricoperti da tale materiale la cui aerodispersione è altamente tossica.

Il Centro regionale amianto della asl di Viterbo si occuperà dell’analisi dei campioni raccolti dall’Arpa Lazio, per rilevare potenziali contaminazioni.

La situazione oggi 6 maggio

Il cielo si mantiene grigio e una pioggerellina fine cade su Roma e dintorni: impossibile, per chi non si trovi in prossimità di Pomezia, distinguere se si tratti di normali nuvoloni carichi di pioggia o se la nube anomala avanzi. Ciò che è certo è che gli abitanti della città di Roma e persino coloro che si trovano nei comuni e nelle frazioni più distanti, come Fiumicino e Ostia, percepiscono un forte odore di plastica bruciata. Il vento, nel frattempo, spira verso l’entroterra e la sua intensità pare aumentare; nella serata di ieri, aveva spostato la nube verso la zona dei Castelli Romani.

I Vigili del Fuoco sono ancora alle prese con il focolaio, che non è possibile soffocare immediatamente, data la sua ampiezza. Al momento, non pare vi sia alcun ferito e non si registrano malori dovuti ad intossicazioni. Per precauzione, tuttavia, alcune scuole ed alcune attività commerciali sono state chiuse; le abitazioni più prossime al luogo del rogo sono state evacuate.

Inoltre, la popolazione è stata invitata, dal sindaco di Roma, Virginia Raggi, e da quello di Pomezia, Fabio Fucci (entrambi Movimento Cinque Stelle), a tener chiuse le finestre e lavare accuratamente gli ortaggi e la frutta, prima del consumo. Ben 21 i comuni interessati dalle misure preventive: Nettuno, Anzio, Pomezia, Ardea, Velletri, Lavinio, Lanuvio, Genzano, Albano laziale, Ariccia, Nemi, Castel Gandolfo, Marino, Ciampino, Frascati, Grottaferrata, Rocca di Papa, Rocca Priora, Montecompatri, Monte Porzio Catone e Colonna.

Cosa accadrà adesso?

La Arpa Lazio ha reso noto che non sussistono rischi per la salute, dato che le prime analisi non rilevano esuberi, rispetto ai limiti previsti dalla normativa in materia di qualità dell’aria. Resta il problema dell’inquinamento ambientale: lo stabilimento in fiamme, la Eco X, si trova in un’area, quella intorno alla via Pontina, densa di coltivazioni. I venti che spostano la nube e la pioggia che la discioglie potrebbero estendere l’inquinamento e farlo perdurare ancora per qualche tempo. Nel frattempo, la procura di Velletri ha avviato un’indagine preliminare per il reato di incendio colposo, di cui all’articolo 449 del codice penale. Nonostante, data la natura dei materiali combusti, non sussista il rischio di avvelenamento immediato, è preferibile non sostare in prossimità delle aree coinvolte dall’incendio, per evitare irritazioni alle vie respiratorie dovute al fumo.

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