E' evidente che per i cittadini della Capitale con l'anno nuovo rimangono i problemi di quello concluso. E uno dei sintomi più evidenti di una Roma malata è certamente il servizio pubblico dei trasporti, con migliaia di pendolari sempre più infuriati da ritardi spesso stratosferici, corse che saltano e corse invivibili perché i mezzi (pochi) sono sovraffollati. Come se non bastassero i disservizi quotidiani, il trasporto pubblico di Roma è caratterizzato da continui scioperi che aggiungono frequenti plus ultra di giornate nere per utenti e cittadini con disagi che si ripercuotono anche sul già annoso traffico della Capitale che in alcune zone diventa autentica congestione.
Orari e modalità sciopero di venerdì 12 gennaio
Giornata nera come quella in vista di venerdì 12 gennaio con il primo sciopero del 2018 firmato atac (sindacati Faisa Confail, Orsa e Usb) e Roma Tpl (Fast e Usb) . La protesta di 24 ore interesserà metropolitane, bus, tram, ferrovie Termini-Centocelle, Roma-Lido e Roma-Civitacastellana-Viterbo. Mentre dovrebbero svolgere regolare servizio i mezzi Cotral.
Saranno comunque garantite le consuete fasce di garanzia, con servizio regolare fino alle 8.30 e dalle 17 alle 20. Aggiornamenti sullo sciopero sono disponibili consultando il sito ufficiale Atac, o quello dell’agenzia per la mobilità di Roma.
Le ragioni della protesta
Attraverso un comunicato diffuso dalla sigla sindacale Usb si spiegano i motivi dell’agitazione indetta per venerdì prossimo, sciopero già previsto a dicembre ma poi differito per l’intervento del prefetto di Roma.
La protesta di Atac e Roma Tpl è in risposta a l’accordo sottoscritto tra Campidoglio e sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Faisa Cisal) lo scorso 27 novembre 2017, che “affossa ineluttabilmente e definitivamente l’Atac in una crisi irreversibile, a danno della vita lavorativa dei dipendenti”.
Atac, azienda tecnicamente fallita
Tra sprechi e gestioni fallimentari che si sono susseguite lungo oltre un secolo di gestione del trasporto pubblico romano, Atac è un’azienda tecnicamente fallita. A dirlo sono i numeri impietosi che parlano di un debito accumulato pari a 1,3 miliardi con un conseguente disservizio per i cittadini che conosce pochi altri riscontri simili in un paese occidentale.
Con pochi mezzi in circolazioni e dall’età media di 12 anni, la municipalizzata capitolina ha gli stessi dipendenti, oltre 11.000, dell’Alitalia, altra azienda del nostro Paese rovinata da gestioni poche avvedute, ma all’Atac in un certo senso i dipendenti mancano, visti i tassi di assenteismo consolidati nel tempo. I conti sono ormai da troppi anni in rosso e il tentativo di risanarli appare vano: Atac è arrivata al punto di non ritorno.