Si sono sollevate le polemiche dopo la votazione in Campidoglio della mozione del Pd per lo sgombero di CasaPound a Roma. È dal 2003 che un palazzo in pieno centro, a pochi passi dalla stazione Termini in via Napoleone III, è occupato dal partito neofascista. L'occupazione nasce per dare casa a 18 famiglie italiane in emergenza abitativa a cui il Comune, secondo il leader di Cpi Simone Di Stefano, dovrebbe trovare un alloggio se effettivamente ci sarà lo sgombero. Il tutto grazie ad una delibera dell'ex sindaco Veltroni che inserì CasaPound nelle occupazioni storiche della Capitale.

Se ci saranno gli alloggi, i neofascisti sono pronti a fare le valigie altrimenti faranno opposizione, parola di Di Stefano. Quando la Finanza tentò di entrare nel palazzo fu respinta dai militanti che minacciarono un "bagno di sangue".

La posizione del M5S

Il M5S ha votato a favore della mozione insieme al Pd, rischiando di mettere in seria difficoltà Salvini, che è colui che dovrebbe ordinare lo sgombero consoderato che il palazzo non è di proprietà comunale ma demaniale. È evidente che l'ala sinistra dei grillini sia ormai in netto contrasto con il leader della Lega e la mozione su CasaPound ne è la prova.

Il voto sull'ex colonia di Ostia

Non basta in effetti al M5S appellarsi alla legalità.

Qualche mese fa infatti gli stessi grillini ad Ostia, nel X Municipio di Roma, votarono contro uno sgombero. La mozione bocciata fu portata proprio dal consigliere di CasaPound Luca Marsella, eletto con il 9% e tra le polemiche un anno fa, e riguardava un'ex colonia occupata da immigrati. Un'occupazione per certi versi simile a CasaPound ma che ospita molte più famiglie, quasi tutte straniere e che spesso è finita al centro di polemiche ed arresti per spaccio di droga.

La mozione di Marsella, votata anche da Fratelli d'Italia, fu respinta. Anche ad Ostia, infatti, il M5S votò insieme al Pd ma contro lo sgombero.

Asse M5S-Pd a Roma?

È forse presto per dirlo ma i presupposti ci sono tutti. Le posizioni più volte rimarcate dalla sindaca Raggi sull'antifascismo e contro CasaPound sono comunque un segnale di avvicinamento tra i due partiti in chiave anti-Salvini.

È chiaro che la partita si gioca su livelli più alti ma le correnti interne al Movimento ormai si fanno sentire. Salvini da parte sua glissa l'argomento CasaPound, dice che lo stabile è in lista per essere sgomberato ma ci sono altre priorità. Probabilmente prende tempo, CasaPound sarà sgomberata prima o poi, ma non da lui.