“Quella dell'amianto è questione eminentemente politica, poiché è insieme questione sanitaria, questione ambientale e questione sociale. L'Inail - afferma Franco Lotito, presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’istituto - non può non occuparsene perché fare prevenzione è parte essenziale della sua missione strategica, mettendo in campo una forte azione di contrasto al proliferare delle malattie professionali. E quelle che derivano dall'asbesto sono le peggiori”. Sono state queste le parole più risonanti emerse dalla seconda conferenza governativa sull’amianto.

Parole che lasciano l’amaro in bocca, soprattutto per chi è stato toccato da questo killer silenzioso, che 20 anni dopo essere stato messo fuori legge, ancora oggi miete numerose vittime sul territorio italiano.

L’Inail ha però suggerito una serie di azioni per combattere l’inquinamento da amianto, una battaglia che prolunga la sua ombra almeno per altri 20 anni. La scienza, la ricerca e la medicina devono agire da una parte, insieme a istituzioni, poteri pubblici ed il Legislatore dall'altra: “Al punto in cui siamo occorre agire a tutto campo", conferma il presidente Lotito.

Importante e necessario, sarebbe mettere mano alla costruzione di un vero e proprio "Piano integrato" per aggredire l'ineluttabilitá del mesotelioma ed eliminare l'amianto dai siti e dall'ambiente.

Inoltre, realizzare un "Testo Unico" per l'amianto che finalmente ponga ordine in un corpo normativo lacunoso e farraginoso, che tra l'altro, espone l'Inail ad un tormentoso contenzioso legale. Infine, se il Piano vedesse la luce, in esso si potrebbero adottare soluzioni di politica industriale per dare finalmente una risposta positiva alla gravissima crisi occupazionale del Sulcis Iglesiente.

“Penso alla concreta possibilità di localizzare in quella realtà una iniziativa produttiva che metta in filiera il trattamento per separare il cemento dall'amianto, l'inertizzazione dei materiali e il definitivo stoccaggio nelle miniere in disuso, la lotta contro l'amianto non riguarda solo il nostro Paese - afferma Lotito -.

Lo dicono i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e lo dice la condizione sanitaria degli immigrati che si portano addosso le affezioni da asbesto che hanno contratto nei Paesi dove l'impiego dell'amianto è ancora legale. Di fronte a questo quadro il governo italiano si faccia promotore di una forte iniziativa internazionale. Proponga all'ONU un appello rivolto ai Paesi produttori ed utilizzatori perché l'amianto venga finalmente messo al bando dappertutto, avviando così una vera e propria opera di bonifica del pianeta".