Succede, specialmente con l’arrivo della primavera, che gli steli più teneri dei nostri fiori si riempiano di afidi. Questi insetti ne succhiano la linfa, portandoli ad uno stato di deperimento. Poi, arrivano le formiche, attirate dal liquido, chiamato melata, che gli afidi emettono.
La soluzione sembrerebbe essere l’uso di un insetticida che, oltre a contenere sostanze chimiche pericolose per l’Ambiente, potrebbero diventare un pericolo, qualora un bambino, toccata la pianta, metterebbe le mani in bocca.
Altro elemento da non trascurare è l’abitudine, incrementata notevolmente dalla crisi economica, di coltivare, anche nelle terrazze delle città, piccole quantità di ortaggi.
Anche in questo caso, zucchine, meloni, fagioli, non riuscirebbero a dare una raccolta senza intervenire per eliminare gli afidi. Solitamente, si interviene con antiparassitari chimici, ma considerato che stiamo parlando di catena alimentare, sarebbe il caso di trovare soluzioni non dannose per l’uomo.
I contadini di una volta, sebbene non potessero usufruire dell’aiuto della chimica, di fronte a queste situazioni, non erano per niente impreparati. Tra i vari appezzamenti di ortaggi e verdure, sventolavano fila di aglio.
L’aglio, infatti, è un potentissimo antiparassitario naturale capace di combattere efficacemente numerosi parassiti, grazie alle sostanze che contiene. Tra queste, l’allicina, potente antibiotico e antifungo, che ha un’azione repellente nei confronti di acari, afidi e tignole.
Inoltre, riesce a rallentare malattie gravi come la peronospora.
Come usarlo? Non è complicato. Si prendono 100 grammi di aglio, lo si taglia a strisce sottili e lo si lascia macerare in 10 litri di acqua. Dopo 2/3 giorni, usando uno spruzzino, si vaporizza il liquido sulla pianta, insistendo sulle parti maggiormente colpite.
È utile, bagnare il terreno con questo liquido, poiché è lì che molti parassiti depongono le uova. Ripetere l’operazione. Fino alla scomparsa definitiva degli afidi. Questo antiparassitario permetterebbe la raccolta degli ortaggi, addirittura subito dopo l’irrorazione. A condizione, di non avere un naso delicato