Avere la sclerosi ed essere amanti delcinema per una persona come me, significa a volte dover lavorareintrospettivamente assumendo l'aria di chi entra staccata dentro unfilm del grande Bergman. È un po come un "posto delle fragole"che ritorna alla memoria, è un viaggio, proprio come in quel film,verso ricordi, verso ombre inspiegabili e colori ripercorsi nelsilenzio agli occhi di chi ci osserva.
Non vorrei liquidare statid'animi, paure mascherate da rassegnazione o percorsi quotidiani indue righe che naturalmente mi vedono da un anno coinvolta in primapersona, ma vorrei soffermarmi sull'efficacia della sperimentazionesu farmaci che arrivano sul nostro mercato sempre troppo tardi.
Unodi questi, molto importante come neuroprotettore, ha fatto moltodiscutere le case farmaceutiche europee: il Dimetilfumarato dettoanche BG12.
Come sappiamo la sclerosi multipla èuna malattia cronica recidivante e come tale viene curata. Dunque leterapie spesso devono aggredire prima che si formino ulteriori lesioni.Come si evince dal comunicato del sito dell'Aism a marzo2013, l'Agenzia Europea del farmaco, sulla base del parametro qualitàe sicurezza, ha emesso un parere positivo proprio sul rapportorischi e benefici del farmaco stesso, sostenendo che il bg-12 assuntooralmente sia per molti casi un vero e proprio sedativo perriacutizzazioni della malattia.
La dannosità ipotetica del farmacoveniva attribuita al fatto che lo stesso in dosi elevate potesseessere addirittura tossico (essendo un antimuffa) per il fisico.
Lesperimentazioni degli ultimi anni hanno invece dimostrato che sottol'aspetto epidemiologico e dello stress ossidativo formatosi duranteil decorso della malattia, questo farmaco risulta essere moltoefficace somministrato in maniera ponderata e dai vari istituti diricerca, (come quelli per esempio, presenti in Germania ed in Belgio) che riescono a conciliare quadro clinico e prevenzione diulteriori lesioni.
Anche la cura sperimentale avviata in Italia conl'utilizzo delle cellule staminali pare sia efficace proprio per leinfiammazioni che precedono gli stati acutizzanti della malattia; ilFingolimod invece, detto anche farmaco innovativo dell'anno, ha ilmerito di aver ridotto le riacutizzazioni a livello cerebrale, cosanon da poco per chi ha oramai una fase avanzata della patologia.
Gli studi stanno dando riscontri proprio alle teorie già note in America sulla tossicologia sperimentale e allo sviluppo di terapie di profilassi più efficaci, per esempio le immunoglobuline somministrate per via endovenosa ad alte dosi che ancora non sono state ufficialmente approvate, come risulta da fonti delle agenzie europee.
Va ricordato che ogni approcciosperimentale va trattato differentemente per ogni caso e che laspartizione del mercato farmaceutico in tal senso dovrebbe essereresa più limpida sia per chi sostiene queste cure all'estero,cercando con difficoltà di comprenderne i limiti, e sia per chiaffronta sul proprio fisico dei rischi notevoli cercando beneficio inprogressi scientifici che ci vengono sempre trasmessi a singhiozzi.