"Il senso di responsabilità sta nelle nuove generazioni". Così il Presidente della Francia uscente, François Hollande, giovedì sera ha chiuso il suo discorso ai telespettatori francesi, con composta dignità ed emozione. Il ricordo degli attentanti, una Politica estera difficile, uno Stato in enorme difficoltà sulle riforme per il lavoro, ha reso meno dolorosa la scelta fatta dall'attuale presidente per il bene della Repubblica.

Il compito gravoso e impegnativo di guidare una nazione così piena di cambiamenti deve spettare alla coscienza dei giovani responsabili e delle persone capaci di assumersi tali oneri politici.

"Le Monde" parla di battaglia post-Hollande, che sarà caratterizzata dal sempre più pericoloso aumento della disoccupazione e da una gestione del governo francese che si presenterà molto delicata.

Un attacco proveniente dalla sinistra

Il primo a muovere critiche verso uno Stato poco vicino ai deboli, è stato l'ex ministro dell'economia - ora candidato indipendente per il 2017 - Emmanuel Macron, l'astro nascente della sinistra francese. Colui che a maggio di quest'anno ha puntato i riflettori contro il management della Banca Pubblica, azionista di Stm, per cercare di portare maggiori dividendi a favore delle PMI in situazione di necessità.

Inoltre non bisogna dimenticare Manuel Valls, un vecchio militante nostalgico del primo partito socialista francese, che si propone come un cane sciolto all'interno di una sinistra disunita.

Questi, solo qualche giorno fa, aveva dichiarato che sarebbe stato pronto a fare marcia indietro nel caso Hollande avesse riproposto la sua candidatura, mentre ora si trova a sostenere la decisione del Presidente, definita come quella di uno statista che lascia spazio a nuove figure politiche. Difensore ad oltranza della classe operaia, ha espresso il suo disappunto alle riforme di Hollande sulle medie e piccole imprese, cercando di riaffermare l'attività di queste ultime, ed il rilancio del marchio francese nel mondo.

L'accusa della sinistra parigina verso il presidente uscente è stata invece quella di non aver saputo creare unità, e di aver radicalizzato troppo le figure provenienti dal partito. Anche la politica estera e gli attentanti del 2015 sono stati fattori determinanti nella scelta di Hollande. "Le Figaro" ipotizza che al suo posto, nella corsa alla presidenza francese nel 2017, dovrebbe subentrare Valls: entro il 15 dicembre i nomi saranno ufficiali, e così potranno iniziare i sondaggi mediatici. Ancora poco più di una settimana di attesa, dopo la decisione di Hollande, che ha lasciato interdetti molti esponenti europei, primi fra tutti Angela Merkel e Jean-Claude Juncker.