I risultati dei primi test sulle 25 cavie umane hanno dato esito positivo nel contrastare il virus Chikungunya, offrendo una protezione di circa 6 mesi dopo l'ultima somministrazione del nuovo vaccino sperimentale. Portato dalla zanzara tigre, il virus è comparso per la prima volta in Africa e in Asia all'inizio del 2000 ed ora si sta diffondendo a macchia d'olio in tutto il mondo; visto che la zanzara è un insetto adattabile ad ogni clima ed è in grado di riprodursi facilmente in ogni ambiente dove c'è ristagno d'acqua, bisogna correre ai ripari per evitare di essere infettati.
Il virus Chikungunya è una malattia virale che provoca febbre alta, dolori e paralisi muscolari per lungo tempo e può diventare mortale per alcune persone con difese immunitarie basse, quindi bisogna riuscire a trovare un farmaco adatto a curare questo tipo di malattia. Dallo scorso giugno, infatti, si stima che le persone colpite dal virus Chikungunya siano almeno 166 mila nei Caraibi e in Sud America; mentre a luglio è stato segnalato il primo caso di contagio negli Stati Uniti e ora anche l'Italia ne è stata colpita.
Circola ottimismo tra i ricercatori dopo i primi test del nuovo vaccino contro il virus Chikungunya che colpisce l'uomo. Secondo gli esperti che hanno testato il vaccino virale (composto da tre iniezioni con lo stesso dosaggio) è risultato ben tollerato e non ha provocato effetti collaterali significativi sui 25 volontari sani usati come cavie.
Già dal secondo dosaggio, spiegano i ricercatori, tutti i volontari avevano sviluppato anticorpi pari a quelli trovati nell'organismo delle persone che avevano superato un'infezione da Chikunguanya, dimostrando così la validità del vaccino, garantendo così una protezione a lungo termine contro il virus.
I risultati della sperimentazione di questo vaccino fanno ben sperare nel riuscire a trovare un farmaco in grado di prevenire questa tipica malattia del "viaggiatore", che provoca grande allarmismo in tutto il mondo.
Lo studio e i risultati ottenuti da questa sperimentazione sono stati pubblicati sulla rivista medica britannica Lancet, dove Julie Ledgerwood del National Istitute of Health, autrice della ricerca, ha commentato: " Il dato interessante è che il vaccino è ben tollerato e si notano notevoli livelli di anticorpi nelle cavie, simili a quelli di chi si è da poco ripreso dalla malattia.
Una somiglianza importante, perché la forte risposta immunitaria dopo la guarigione sembra essere una barriera contro future infezioni". Presto il vaccino sarà utilizzato in tutto il mondo garantendo una protezione preventiva adeguata contro il contagio del virus Chikungunya, ma fino a quel momento bisogna utilizzare le dovute precauzioni per evitare di essere punti dalla zanzara tigre ed essere contagiati.