Diverse pubblicazioni, in letteratura, hanno dimostrato una relazione tra sensibilità al glutine e disturbi neuropsichiatrici in particolare: schizofrenia e autismo. Questi due disturbi hanno molto in comune e gli studi di seguito riportati mettono in luce il fatto che la maggior parte dei disturbi mentali sono influenzati da scelte alimentari. Infatti, sia nel caso della schizofrenia sia nell'autismo, il glutine e la caseina possono giocare un ruolo molto importante nel contribuire alla malattia. Si consigliano, quindi, analisi del sangue specifici, anche se alcuni tipi di sensibilità sono difficili da riscontrare.
Un recente studio pubblicato su PubMed suggerisce un legame tra sensibilità al glutine, di cui la celiachia è la manifestazione più importante, e schizofrenia. Dei pazienti schizofrenici, che vi hanno preso parte, il 5,5% ha avuto una diagnosi di celiachia rispetto all'1,1% dei controlli, inoltre il 23,1% risultava sensibile al glutine rispetto al 3,1% del gruppo controllo. Attualmente, sono stati condotti 7 studi clinici per verificare se una dieta priva di glutine possa essere utile nel migliorare i sintomi. I risultati, a oggi, ottenuti sono contrastanti, tuttavia ci sono casi in cui si è avuta la remissione completa della malattia. Quest'opzione di trattamento dietetico è utilizzata anche in altre patologie come dermatiti erpetiformi, sindrome del colon irritabile, disturbi neurologici, artrite reumatoide, diabete mellito ecc.
Effetti positivi di una dieta senza glutine e caseinati sono stati riscontrati anche in un bambino affetto da autismo. Lo studio è riportato su PubMed: l'utilizzo di latte di soia, di riso in sostituzione di pane e latte di mucca, sembrerebbe una terapia adiuvante, semplice, sicura ed economica. Questi sono studi preliminari e la ricerca, in futuro, potrà darci maggiori indicazioni circa il rapporto. I ricercatori suggeriscono che se il legame sarà provato per un sottogruppo di persone ci sarà la possibilità di nuovi trattamenti.