Chiuderà o non chiuderà? Questo è l'enigma perenne che va avanti da decenni negli ultimi rimbalzelli politici che portano dubbi nella popolazione del Sarrabus-Gerrei. Alla prospettiva dell'improvvisa 'migrazione' verso i distretti ospedalieri della provincia di Cagliari in caso di necessità dell'emergenza-urgenza si aggiunge il dubbio amletico di tanti posti di lavoro persi e alla lista dei tanti cassa integrati e disoccupati ormai sfiduciati dalle solite 'favole' che regnano sulla bocca delle commissioni politiche della Sardegna e dell'intera Isola.

Qualche giorno fa, più precisamente Il 3settembre 2015si è svolta nel campetto delle scuole elementari di viale Rinascita vicino all'ospedale, un'assemblea che ha coinvolto un migliaio di persone e i sindaci dei vicini territori per discutere il mandato di ridimensionamento del presidio ospedaliero.

L'eredità del Governo Letta ci lascia in esame la chiusura di 175 'ospedaletti'

L'ospedale di Muravera malgrado faccia fronte ad un carico di oltre 18.000 utenti del Sarrabus, del Gerrei, del Sarcidano e della bassa Ogliastra, e che inoltre nel periodo estivo ha un carico turistico di oltre 150.000 persone, si è trovata nella lista nera di quelli che erano denominati 'Ospedaletti' da chiudersi perché classificati inutili e dispendiosi.

Ricordiamo che, 'il Presidio Ospedaliero di Muravera', oggi familiarmente chiamato San Marcellino, è uno dei priminosocomi nati tra il 1955 e il 1958 con "il piano di rinascita" basato su modello Svizzero e Tedesco. Il piano fu messo in atto da "Giuseppe Brotzu"in qualità di assessore regionale all'Igiene e alla Sanità nella giuntaCrespellani, che diede la possibilità ai medici condotti di vedere nascere e poter utilizzare dei locali chiamati 'astanterie' nella quale far transitare i bisognosi di cure gestendoli con l'ausilio di infermerie al suo interno.

La speranza nella ristrutturazione del presidio ospedaliero

Nel mese di marzo del 2009 dopo il finanziamento pari a 5.000.000 di euro da parte della Regione Sardegna per l'ammodernamento e la ristrutturazione dei reparti di degenza che arrivarono a 60 posti letto rinacque la speranza e l'assenso per l'allontanamento del pericolo di chiusura che ormai da decenni si paventava nella bocca di tutti.

Speranze vanificate dalle decisioni prese dal precedente Governo Letta che tutt'ora continua a perseverare come una gigantesca mannaia sul collo di tutte le popolazioni coinvolte dalla sua eventuale perdita. Tutti contenti quindi alla fine del comizio tenuto dai Sindaci ma è preferibile stare attenti al commento fatto dall'assessore Regionale alla Sanità Luigi Arruche promette sì, la fine del pericolo di chiusura del distaccamento ospedaliero ma non rassicura sul suo prossimo futuro di luogo primario per la cura del malato, ma un presidio di 'scivolamento' verso altre sedi lontane 70 km con tempi di un'ora e mezzo circa di percorrenza.

Quindi se ne avvince che dal "patto della salute tra Stato e Regioni"seguito dalla chiusura del reparto di ginecologia e di ortopedia che fu compensato, a loro dire, dall'apertura del consultorio per la donna ai fini della gestione della maternità, la preparazione al parto, l'allattamento e l'affido fino al consulto psicologico, ci dobbiamo aspettare che cosa, da chi comunque ha imboccato la strada dei tagli alla Sanità?

Forse passeranno mesi o magari degli anni ma il destino del San Marcellino sembra segnato se non scenderanno in campo le forze popolari a rafforzare con voce alta e imperiosa il proprio noalla sua chiusura.In Bocca al lupo San Marcellino.