La chemioterapia negli ultimi due trimestri di Gravidanza non danneggerebbe i feti delle gestanti affette da tumori maligni.Ad affermarlo un recentissimo studio condotto all’Università Cattolica di Leuven in Belgio e presentato nell’ambito del Congresso sui Tumori svoltosi a Vienna.
Le gestantimalate di cancro potranno portare a terminela gravidanza
Lo studio è stato condotto su 129 bambini, nati da madri che erano state esposte negli ultimi due trimestri a cure antitumorale: 89 erano state sottoposte a chemioterapia, 4 a trattamenti radioterapici, 7 a entrambe le terapie, 2 trattate con medicine specifiche antitumorali, 13 sottoposte a interventi chirurgici e a 14 non è stata fatto nessun trattamento.Il team di specialisti dello studio, che ha seguito i bambini nati dal gruppo di mamme preso in esame e sottoposto ai vari trattamenti antitumorali, ha dimostrato che i bambini tra i 18 mesi e i 3 anni di vita hanno avuto uno sviluppo cerebrale e cardiaco normale, equiparabile a bambini nati da mamme non affette dal cancro.
L’esito dello studio, anche se limitato come numero di casi presi in considerazione, ha riscosso notevoli entusiasmi in campo medico. Le risposte positive raggiunte dalla ricerca condotta all’Università Cattolica di Leuven in Belgiopotrebbero aprire nuove speranze alle mamme malate di cancro ed evitare loro di dover scegliere tra l’interruzione di gravidanza o un parto prematuro.
Risultati positivi sui bambini nati da mamme malate di tumore
Le dichiarazioni del dottor Frederic Amant, principale autore dello studio condotto in Belgio all'università Cattolica di Leuven, sottolineano l’assenza di individuazione di differenze, tra lo sviluppo cardiologico e cognitivo trovato nei bambini nati da madri trattate con chemioterapia, radioterapia ed altri farmaci antitumorali, messo a confronto con i bambini messi alla luce da un gruppo di controllo di mamme sane.
I risultati dello studio, ha aggiunto il ricercatore Amant, hanno sorpreso anche gli specialisti, in quanto consapevoli della tossicità delle sostanze chemioterapiche che in molti casi attraversano la barriera della placenta.