La comparsa di malattie quali la rettocolite ulcerosa ed il morbo di Crohn dipende da diversi fattori come la predisposizione genetica, le alterazioni della flora batterica intestinale e le reazioni del sistema immunitario.Al momento mancano linee guida dietetiche per questi pazienti, nonostante l’alimentazione sia uno degli elementi in grado di modificare la flora intestinale.

Durante il peggioramento delle malattie (diarrea frequente o elevata crescita batterica nell’intestino tenue), viene raccomandata una dieta a basso contenuto di fibre e di zuccheri nutrienti fermentabili, detta Low Fodmap, ossia “Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polioles”, fermo restando che non esiste un livello soglia uguale per tutti, che permetta una sola classificazione degli alimenti.

Ènecessario ridurre il consumo di alcool e prodotti solforati (carne), cercando di seguire una dieta semivegetariana (consumo occasionale di carne e pesce). Viene suggerito, se necessario, un supplemento di integratori specifici ad azione antiossidante anti-infiammatoria (vitamine A, D, B12, acido folico e minerali come zinco, magnesio, calcio e ferro), a causa delle carenze di assorbimento provocate dalla terapia farmacologica cronica.Queste le conclusioni riportate sulla rivista World Journal Gastroenterology nel 2016, dal Dipartimento di Gastroenterologia, Epatologia e Malattie infettive dell’Università di Cracovia, in Polonia.

Malattie croniche infiammatorie intestinali

In Italia ci sono circa 250.000 persone con diagnosi dimalattia infiammatoria cronica intestinale, ossia di colite ulcerosa (che induce infiammazione ed ulcerazione della mucosa del colon-retto) e di morbo di Crohn, che colpisce soprattutto l’ileo ed il colon.L’incidenza sta aumentando nei bambini e negli adolescenti dei paesi industrializzati, poiché la dieta Occidentale è caratterizzata da un’elevata assunzione di zuccheri ed una bassa assunzione di fibre.

Il consumo eccessivo di grassi animali, oltre che di zucchero, viene considerato fattore di rischio per lo sviluppo di queste malattie.Non essendoci delle linee guida dietetiche, i pazienti cercano spesso aiuto nelle risorse non mediche, come gruppi di supporto Facebook ed altre sorgenti, non verificate, su Internet.

Le diete proposte

Attualmente, si sta cercando di sensibilizzare i clinici a non sottovalutare l’alimentazione, che va calibrata in base ai sintomi dei pazienti.Sono raccomandate diete che limitino gli alimenti non tollerati, deleteri per la mucosa intestinale, supplementate da nutrienti benefici che modifichino l’ambiente del lume intestinale, come probiotici specifici, vitamine e sali minerali.

Gli alimenti FODMAP da limitare sono i fruttani-galatto-oligosaccaridi presenti soprattutto in legumi, grano, segale, cipolla, aglio; i disaccaridi, derivati del latte di origine animale, contenenti lattosio; i monosaccaridi, l’eccesso di fruttosio in alcuni frutti come mela, pera, cocomero e miele; i polioli, usati come dolcificanti (sorbitolo, xilitolo, maltilolo, mannitolo), pesche, albicocche, prugne e funghi.

Un’alimentazione appropriata può contribuire, dunque, a raggiungere la remissione della malattia ed a mantenerla, migliorando la qualità della vita dei pazienti.