Quando si è riaffacciata la parola Ebolatramite notizie diffuse dai media televisivi, dai giornali e dal web, è sembrato di rivivere il dramma di alcuni Paesi dell'Africa occidentale, dove nel 2014 si contarono migliaia di vittime che misero in allarme l'Organizzazione Mondiale della Sanità e l'intero pianeta. Oggi fortunatamente questo pericolo sembra essere passato e da oltre quarantadue giorni (tempo utile che definisce la fine al passaggio del pericolo epidemico), non si segnalano nuovi casi dai Paesi che sono stati più colpiti dal genere "Zaire ebolavirus"(Sierra Leone, Guinea e Siberia), a parte la morte di una donna che aveva generato di nuovo una certa preoccupazione.

Tuttavia,l'OMSha chiarito che, malgrado il virus sembri debellato, può restare incubato nelle persone sopravvissute per oltre un anno, risvegliandosi quando meno ci si aspetta. Ad esempio, può essere riattivato da un rapporto sessuale, perché proprio nel liquido seminale risulta meglio "occultato".

La scienza e la sua lotta contro Ebola

La recente scoperta, avvenuta grazie ad unprelievo di anticorpi da uno dei sopravvissuti al contagio dello "Zaire ebolavirus", sembra stia dando dei buoni risultati per la debellazione di questa immane piaga che colpisce dagli anni '70e che ricompare improvvisamente quando meno ci si aspetta. Lo studio è stato condotto da un'equipe di ricercatori della Adimab (azienda biotecnologica che studia e progetta vaccini), insieme ad altre due società di ricerca (Usamriid e Scripps Research Institute) che hanno scoperto come isolare un gruppo di anticorpi dalla sospensione liquida che si estrae dal sangue e che, inoculato nei topi da laboratorio, si è rivelato un forte neutralizzatore dello "Zaire ebolavirus".

Questa notizia viene data dal resoconto di Laura Walker (una delle ricercatrici dell'equipe), che ha definito questo lavoro una conquista, avendo ottenuto una risposta precisa da parte degli anticorpi umani contro il virus ebola. Questi,isolati in oltre 300 anticorpi monoclonali (provenienti dalla stessa cellula), hanno dato una reazione positiva alle glicoproteine della membrana plasmatica, rendendo il virus inoffensivo.

Il successo della scoperta garantisce un'efficace protezione dal virus per una percentuale che varia tra il 60 e il 100%, tempo utile a renderlo innocuo. Grazie alla Scienza e a questa equipe, possiamo dire che "forse" anche questa battaglia è stata vinta.